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MUCULUFA

Sul Casale di Muculufa, territorio di Butera, si hanno testimonianze del periodo preistorico e dell’età romana. Questo argomento, scrive Graziella Fiorentini, Soprintendente ai beni culturali ed ambientali di Agrigento, sarà discusso in occasione di un convegno di studio di specialisti in merito. Faranno il punto delle attuali acquisizioni storiografiche, storiche e archeologiche in un quadro più grande che potrà offrire nuovi elementi e suggerimenti per la nostra conoscenza, attraverso un programma sistematico di ricerche. Salvatore Sciuto dice che la storia ha lasciato delle tracce più o meno consistenti sulle necropoli di Girgenti e Castrogiovanni e sulle città di Sutera, Noto, Licata e Butera; i castelli, i casali e le terre, ma resta un vuoto tra i capisaldi dell’età ellenistica e le fondazioni dell’età moderna e spesso c e un rudere, un documento, un castello o un pezzo archeologico a renderlo meno vuoto e spesso a riempirlo. A Muculufa con i recentissimi scavi son venuti fuori nuovi materiali che ci danno la posssibilità di riflettere non solo su Muculufa ma anche su altre città. Muculufa è stata una fortezza Saracena espugnata dal Conte Ruggero nel 1085; è una collina nella valle del Salso che s’innalza dolcemente sino a 200 metri ma s’impenna bruscamente con una cresta rocciosa frastagliata che raggiunge i 355 metri. Ha una formazione naturale con un’ampia base d’appoggio che salendo si stringe con una potente lama di calcare a Est-ovest dalle pareti a picco. Ad Ovest un taglio della formazione calcarea permette un passaggio da settentrione a meridione della collina; ricorda l’era del bronzo ed un articolato villaggio della civiltà di Castelluccio con grande metropoli rupestre sul lato meridionale della cresta rocciosa, un castello Musulmano, una miniera di zolfo, aperta tra le guerre mondiali, sul versante settentrionale, oggi abbandonata. Altre testimonianze archelogiche dimostrano che il territorio di Butera, è stato abitato oltre che dagli Indigeni, dall’età del bronzo, anche dai Greci che potevano vivere senza timore nelle fattorie o in piccoli villaggi sparsi per la campagna; essi sono: Milinciana, Priorato, Marchito, Fiume di Mallo (ove esiste un tempio greco del V secolo), Suor Marchesa, ludeca, San Giuliano, San Giacomo, San Pietro, Inviata, ecc. Dette zone nel sec. V a.C. vennero abbandonate a causa delle incursioni sulla costa e gli abitanti si trasferirono nella roccaforte di Butera. Durante il periodo romano nascono le strade Agrigento-Catania e Agrigento-Siracusa ed a Suor Marchesa, punto d’incrocio delle due vie, nasce una stazione ed una seconda a Priorato ove ritorna a vivere la popolazione.