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RUBRICA ALLA SCOPERTA DI CAPRANICA: IL PALAZZACCIO

22 Novembre 2019

Il palazzaccio. Da Piazza crocì via della Viccinella sale leggermente conservando tutte le caratteristiche e l’atmosfera incantata del vicinato, con le sue modeste casette, gli scaloni fuori dell’uscio, dove volentieri nella bella stagione sedevano le donne a scozzàa lana o a sfoiolàu granturco, intrecciando pettegolezzi con vecchie storie, mentre i ragazzini si industriavano ad appiccicarsi baffi e parrucche con i lunghi ciuffi odorosi delle pannocchie

Il fulcro del sito è però costituito da una suggestiva piazzetta lastricata di pietra sempre inondata di sole, il palazzaccio. Vista da sopra, dà l’idea di un minuscolo anfiteatro con la scena dominata da una imponente scalinata a cui fanno eco altre gradinate ai lati, mentre finestrelle tutt’intorno guardano  incuriosite lo scenario. Dalla via superiore, si affaccia una sorta di balconata, al cui centro non molto tempo fa, zampillava festosa una fontana, con il suo bravo pilone di pietra muschiosa, attraversato da due binari di ferro lucido su cui si poggiavano le brocche. Qui, soprattutto prima del tramonto, si respirava sempre aria di festa e di schiamazzi e grida acute di munelli all’ora in cui si affollavano le donne ad attingere acqua, pronte a ritrarsi appena una miccia o un mulo si avvicinavano per abbeverarsi, sollecitati dal fischiettio modulato del carrettiere.

Lungo il suo percorso si apriva la bottega del calzolaio, quella del fabbro il cui portale è rimasto annerito dal fumo della forgia. Proprio dal fondo della via, dove inizia vicolo forno di mezzo, tutte le mattine, un delizioso profumo di pane croccante invadeva le case e i vicoli intorno, proveniente appunto dal forno antico. Sopra i tetti dell’alto palazzo si può scorgere quel che resta  del maestoso camino di mattoni rossi da cui sembra di vedere ancora innalzarsi verso il cielo le volute di fumo azzurrino.

 

Si ringrazia Antonio Sarnacchioli.