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RUBRICA ALLA SCOPERTA DI CAPRANICA: UNA FINESTRELLA INNAMORATA

14 Dicembre 2019

Chissà quante volte verso sera, in sul calar del sole una timida damigella innamorata, con la scusa di annaffiare i gerani, si affacciava dalla graziosa finestrella, per sbirciare se mai qualche corteggiatore si fosse fermato ai piedi delle scale per sussurrarle paroline dolci o cantarle a mezza voce quel motivetto che allora andava tanto di moda. Incastonata nell’elegante archetto finemente scolpito, segno della ricchezza e del prestigio, di cui godeva la famiglia, doveva apparire ancora più bella e misteriosa, la figlia del Sindacus. Ma quella sera il suo spasimante si fece più ardito e, sfidando le furie dell’ austero capo del popolo, salì con destrezza sfruttando alcune sporgenze del muro e l’insegna araldica di ferro, fino ad arrivare al davanzale della bella dalle lunghe trecce brune. E qui poté finalmente offrire all’amata la sua rosa fiammante come il suo cuore, pegno inequivocabile di eterno amore. Le grida dei passanti e l’accorrere dell’arcigna madre fece per il momento saltare giù come un gatto l’intraprendente spasimante.

Questo capitava cinque o seicento anni fa. Un po’ di fantasia non guasta. Ma la splendida finestra è ancora lì a testimoniare la raffinatezza raggiunta intorno al 1500 anche nel nostro piccolo borgo. Sembra che il palazzetto che sorge prima della via scoscesa che porta alle fonti, sia appartenuto appunto al Capo del Consiglio degli Anziani del Popolo, un organismo amministrativo che rispondeva prima al potere dei Conti, e dopo la loro cacciata al Governatore Cardinale. Il manufatto è armoniosamente inserito in una facciata liscia, abbellita dal prestigioso portale bugnato, e dalle finestre ornate di stipiti e architrave in arenaria, pietra splendida ma fragile. La finestra principale sovrastante il portone mostra un cornicione aggettante con una scritta di cui si leggono poche lettere (SSACCS CIO PX..ADXX..R) di non facile interpretazione. L’arco a tutto sesto con chiave di volta elaborata è ingentilito da una cornice con motivi raffiguranti tralci e roselline semplici. Ai due angoli formati dall’archivolto e le piccole lesene laterali sono occupati dal profilo di figure femminili dall’acconciatura curata ed elegante. La scalinata esterna, di cui è stato modificato l’arco di sostegno, ricorre spesso nelle costruzioni dell’epoca sul nostro territorio. Questo gioiello architettonico sembra fare da specchio a due altre eleganti bifore con colonnina tortile e liscia del palazzo di fronte che fa angolo con la Piazza (oggi VII luglio), dominata dal possente palazzo Patrizi-Naro. Forse sono solo piccoli indizi, tuttavia rivelano un certo tenore di vita e un gusto signorile nelle famiglie che abitavano, potremo dire, la zona bene di quegli anni. Il vento primaverile del Rinascimento portato dal nuovo, lungimirante governo cardinalizio, in qualche modo giunse anche su questo sperduto scoglio di tufo, favorendo un più sereno e armonico assetto urbanistico di tutta Capranica.

Si ringrazia Antonio Sarnacchioli per lo scritto e Mauro Innamorati per le foto.