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Housing Punto Zero: un progetto che mette al centro la persona nel suo insieme

12 Ottobre 2015

“L’impegno dell’Amministrazione Petrarcone nel sociale è testimoniato dai diversi interventi realizzati, dai tanti progetti messi in campo per far fronte alla situazione di disagio che riguarda, purtroppo, un numero di persone sempre maggiore. Un cammino iniziato 4 anni or sono grazie al quale è stata abbandonata la strada dell’assistenzialismo e si è intrapreso un percorso che mette al centro la persona nella sua interezza.

Il Progetto Housing Punto Zero è un ulteriore tassello inserito all’interno di un mosaico che ha visto in questi anni l’attivazione del progetto voucher, l’istituzione dell’Osservatorio Sociale, Osservatorio disagio – dipendenze, del centro antiviolenza, la stesura e l’attuazione del regolamento sul volontariato ed una serie di altre iniziative innovative in favore dei cittadini che si trovano in condizioni di disagio socio-abitativo.

Un progetto, quello del co-housing, che prevede una serie di step che vanno dall’accoglienza abitativa transitoria, passano per l’integrazione ed il reinserimento sociale e professionale sino al supporto nella ricerca di abitazioni autonome.

La Cooperativa Arca assegnataria del progetto in questi primi 20 giorni di attività è riuscita a superare le difficoltà iniziali nel reperire abitazioni nel centro cittadino. Oggi tutti gli alloggi sono nella disponibilità della cooperativa ed alla famiglia che già ha trovato sistemazione grazie a questo progetto se ne aggiungeranno la settimana prossima molte altre, sia famiglie monoparentali che famiglie con prole.

Caratteristica peculiare del co-housing è il meccanismo allargato su cui si basa che prevede che un cittadino in condizione di sfratto esecutivo, una volta sottoposto a dovuti controlli, possa ricevere una casa sottoscrivendo un patto di servizio ed iscrivendosi al regolamento del volontariato, fornendo, pertanto, senza alcun contributo e con la sola copertura assicurativa, un servizio di poche ore settimanali di pubblica utilità per la cittadinanza.

Un processo in cui l’assegnazione della casa per un periodo transitorio di sei mesi un anno è coadiuvata da una serie di azioni precedenti di natura socio – educativa e relazionale affinché quella famiglia ritrovi l’equilibrio relazionale ed economico su cui poter costruire un recupero sociale che le consenta in futuro di potersi procurare un’abitazione con proprie forze e risorse.

Siamo certi che questa iniziativa sia un’occasione importantissima proprio nell’ottica di un nuovo Welfare delle opportunità, proseguendo quel percorso virtuoso che questa Amministrazione è stata capace di costruire nel tempo, non solo garantendo i servizi essenziali esistenti, ma riuscendo a potenziarli e crearne di nuovi passando, come dicevamo prima, da un’ottica dell’assistenzialismo puro ad un processo che vede al centro la persona nel suo insieme.

Lo stesso discorso è valido per le persone che sono state ricevute nella giornata di oggi in Comune che sono nuovamente senza casa dopo che per diverso tempo erano alloggiate presso le suore di clausura.

Una delle tre pur presentando tutte le caratteristiche per essere inserita nel progetto Housing Punto Zero al quale è stata invitata ad aderire più volte, dopo una prima fase in cui ha manifestato perplessità, in particolare per il fatto di doversi impegnare per qualche ora a settimana in servizi socialmente utili, è sembrata più possibilista e quindi il suo caso verrà preso in considerazione dalla cooperativa Arca la prossima settimana.

Le altre due persone, al contrario, presentano si una situazione economica svantaggiata, ma hanno una condizione abitativa più certa, in quanto almeno una delle due risulta a carico dei genitori, quindi non si configurano i presupposti per essere inseriti all’interno del progetto. Ciò nonostante le loro situazioni particolari sono state ulteriormente vagliate nella giornata odierna e saranno sottoposte all’attenzione degli assistenti sociali del secondo settore la prossima settimana.

Lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni di chi sostiene che questi, mi riferisco al progetto Housing Punto Zero, siano dei semplici palliativi dal momento che il disagio abitativo va affrontato nel pieno rispetto delle regole, il che significa che le assegnazioni delle case popolari sono e verranno fatte solo per graduatoria.

Le appropriazioni indebite di case popolari o di Case Cantoniere non assicurano certo agli occupanti un posto di lavoro, ma al contrario danno un tetto, senza termine e senza controllo alcuno, a chi non sta in graduatoria. Se un giorno uno degli occupanti riuscisse ad assicurarsi un posto di lavoro, potendosi quindi permettere un affitto, chi si prenderà la briga di controllare che lasci la casa indebitamente occupata?

La nostra Amministrazione è contraria ad ogni forma di occupazione incontrollata a cui solo le Forze dell’Ordine e la Magistratura possono mettere fine. Il progetto Housing Punto Zero in questo contesto certamente non semplice è l’unico a rispettare le regole e le leggi della civile convivenza, avendo anche la forza e l’autorevolezza di paragonarsi a tutte le realtà circostanti e a ciò che hanno fatto le amministrazioni del passato.

Siamo pronti ad altre manifestazioni inutili e veicolate dalla politica che strumentalizzano il disagio, ma abbiamo sicuramente la coscienza a posto. Tanti sono coloro che parlano di disagio, ma veramente pochi sono quelli capaci di occuparsene con l’umiltà di fare ricerca, basandosi su teorie precise di riferimento, su metodi di lavoro condivisi, con uno studio quali-quantitativo degli esiti, necessario per avere la certezza di occuparsi del problema in maniera oggettiva.

Noi continuiamo a studiare, ad informarci perché riteniamo che il disagio vada affrontato non con soluzioni tampone, ma con metodi ben strutturati.”