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Integrazione: concorso per le scuole

9 Novembre 2019

Il progetto intende accrescere la cultura dell’accoglienza e del dialogo, fondata sul rispetto dei diritti umani, rafforzando nei giovani la conoscenza sui temi del fenomeno migratorio, dei diritti umani dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Si è da tempo acquisita la necessità di adottare nelle scuole l’educazione interculturale, come prospettiva dell’educazione nata dalla constatazione che le persone contemporanee vivono e interagiscono in un mondo sempre più globalizzato. È quindi essenziale che l’istruzione assicuri agli studenti la capacità di condividere le loro opinioni sul loro ruolo, in una società sempre più globalizzata e caratterizzata da numerose interconnessioni. L’obiettivo è di sensibilizzare le persone sull’importanza di sviluppare una cittadinanza europea attiva e aperta al mondo, rispettosa della diversità culturale e basata sui valori comuni, considerando che il livello territoriale è il luogo d’impatto delle esplosioni globali, il terreno su cui si attua l’effettività dei diritti.

La scuola non può sottrarsi dall’essere dunque nella nostra società il fulcro di una pedagogia interculturale, e assumere la diversità come paradigma dell’identità. Settantacinque anni fa la Lotta di Liberazione dal nazi-fascismo ha portato  la libertà in Italia. La Costituzione della Repubblica Italiana è il documento che racchiude i valori fondamentali della nostra convivenza civile, risultato di una lotta per la quale molti hanno sacrificato la propria vita. L’art.3 della Costituzione, certamente uno degli articoli fondamentali, garantisce “l’eguaglianza” di fronte alla legge, senza distinzioni di distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Una costituzione dove la libertà e la dignità è elevata a diritto di ogni essere umano, tanto che l’art.10 recita “lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica”.

In questa fase storica, le crescenti diseguaglianze, il cambiamento culturale e demografico, il crescente uso dei social media collimano con un progressivo indebolimento delle comunità locali, determinando percezioni di perdita di identità e di appartenenza, dando spazio ad una deleteria narrazione costruita sul “noi contro loro”, molto spesso cucita sulla figura del migrante e del rifugiato. Riportare i termini non solo del discorso politico, ma dell’azione locale della prassi esperienziale con progetti che annullano le polarizzazioni dicotomiche diventa allora essenziale.

Aiutare e sostenere i diritti umani di una categoria di persone non toglie nulla agli altri, semmai le ricadute positive saranno sempre a beneficio di una collettività nel suo insieme:

Quando i nazisti presero i comunisti, io non dissi nulla

perché non ero comunista.

Quando rinchiusero i socialdemocratici

io non dissi nulla, perché non ero socialdemocratico.

Quando presero i sindacalisti, io non dissi nulla

perché non ero sindacalista.

Poi presero gli ebrei, e io non dissi nulla

perché non ero ebreo.

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