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La cultura al tempo del coronavirus

25 Marzo 2020

Buongiorno!

Anche Castelforte aderisce al #Dantedì e cogliamo l’occasione per rilanciare, oggi, la Giornata di Dante con #ioleggoDante. Tutti possiamo farlo. Mai come in questo momento siamo chiamati a farlo. Dante è l’Italia.

Giancarlo Cardillo – Sindaco

 

L’INIZIATIVA

Oggi possiamo togliere la polvere da alcuni capolavori della letteratura italiana e riscoprirli. Ridare luce a queste opere senza tempo ci permetterà di riappropriarci delle cose più belle. Una fra queste la Divina Commedia del Sommo Dante Alighieri. A questo proposito cogliamo l’occasione per ricordarci che per ben due volte Dante cita il Liri-Garigliano.

Una prima volta nel III Canto del Purgatorio, quando incontra il Re Manfredi, morto nella battaglia di Benevento del 1266. Considerato un peccatore gli venne negato l’onore di avere una tomba nel Regno di Napoli e il vescovo di Cosenza fece disseppellire le sue spoglie ordinando che fossero portate fuori del regno. Così avvenne e lo racconta lo stesso Re Manfredi con queste parole

“Or [le mie spoglie] le bagna la pioggia e move il vento
di fuor dal regno, quasi lungo ‘l Verde,
dov’e’ le trasmutò a lume spento”.

La seconda volta nella quale il Sommo cita il Liri Garigliano la troviamo nel VIII° canto del paradiso. Qui, infatti, Carlo Martello che aveva vinto la battaglia di Poitiers, incontrando Dante, disse di essere il sovrano che tutti aspettavano sia nella terra di Provenza che nel Regno di Napoli che descrisse compreso tra i fiumi Tronto e Liri con queste parole

“… e quel corno d’Ausonia che s’imborga / di Bari e di Gaeta e di Catona, / da ove Tronto e Verde in mare sgorga”.