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Storia

La testimonianza più antica che si trova a Coreno, in contrada Selva di Palma, è la cosiddetta Grotta delle Fate. Circa nell’VIII secolo a.C., questo antro è stato scavato e modellato, per lo più a scalpello, in un massiccio roccioso, accanto al monte Schiavone, che domina la valle dell’Ausente; era chiuso da un masso ad incastro e la funzione era quella di tomba: presenta infatti un piano modellato per ospitare un corpo. In tale epoca, il territorio era abitato da popolazioni di caratteristiche osco-sabelliche.

Le primi origini di insediamento umano sul territorio corenese risalgono all’età dei romani. È noto infatti l’uso della pietra calcarea, detta Perlato Royal Coreno, fin dai tempi dei romani; è stata utilizzata per la realizzazione della via Appia, della via Ercolanea, di colonne e strade di Pompei, dell’anfiteatro della città romana di Minturnae e anche per erigere l’Abbazia di Montecassino. I romani riuscirono a conquistare il territorio dopo lunghe lotte, alla fine della Seconda guerra sannitica, nel 313 a.C.

Verso la fine del Trecento, venne costruita la chiesa di Santa Margherita. Al XV secolo risale la disputa con Fratte, per la separazione delle parrocchie e l’amministrazione autonoma della giustizia, consacrata dalla redazione di uno statuto comunale solo nel 1591.

Durante la Seconda guerra mondiale, su queste terre passava la Linea Gustav. L’abitato venne devastato. Di gravissimi episodi di violenza si macchiarono qui le soldatesche tedesche e franco-maghrebine.