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Le Porte di Ferentino

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PORTA MONTANA

Di epoca preromana, abbellita nei primi secoli dell’impero con il sistema a bugnato, attualmente ancora presente. Montana secondo alcuni perché esposta ai venti di tramontana, secondo altri perché protesa verso i monti. Essa non aveva solo scopo difensivo ma soprattutto carrabile, perché era la porta principale della città alla quale si accedeva dalla Via Latina Superiore e la sua importanza è messa in risalto soprattutto dal fatto che conducesse, con breve tratto, direttamente all’Acropoli.

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PORTA CASAMARI

Sembra che la realizzazione di questa porta si debba far risalire al tempo di Silla (II-I sec. a.C.), quando furono fatte altre opere di difesa sull’Acropoli e di abbellimento della città. Il nome di Porta Casamari (in quanto conduce verso l’Abbazia di Casamari), insieme a quello dell’omonima via, sostituì quello di Porta Maggiore certamente in occasione della venuta a Ferentino dei Cistercensi di Casamari e della costruzione, da parte dei medesimi, di una Grangia e della vicina chiesa di Santa Maria Maggiore. Essa è la tipica porta di difesa romana, come porta Sanguinaria, in quanto non presenta traccia di ornamentazione e di decorazione, come si nota nelle altre due porte: Montana e Sant’Agata che, sorte anch’esse con intento difensivo, furono trasformate, in seguito, e arricchite dal sistema a bugnato. La porta è costruita in opera quadrata con due archi a tutto sesto in conci radiali disposti a doppia ghiera che s’innestano perpendicolarmente al muro di cinta secondo il sistema difensivo delle omeriche Porte Scee o Sinistre. Le porte sinistre facilitavano la difesa della città da parte dei militi arroccati sulle mura che costeggiavano la strada di accesso alla porta: i difensori potevano in questo modo, ostacolare efficacemente la salita degli assalitori che offrivano il braccio destro, privo della difesa dello scudo. Detta porta, essendo costituita da due fornici paralleli, assicurava una successiva possibilità di difesa in caso di sfondamento della porta esterna. La porta si presenta a due fornici contrapposti con apertura di m. 4.20, a doppio ordine di conci rettangolari e alla distanza tra di loro di m. 6.40, legati a due muri distanti m. 6.60. L’arco esterno ha lo spessore di m. 1.70; quello interno, di m. l.10.

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PORTA SANT’AGATA

Anche detta Porta del Borgo dà inizio all’attuale via Consolare (per chi proveniva dalla via Latina Inferiore) ed è in corrispondenza diretta con Porta Montana. Anch’essa presenta il sistema a bugnato, ma nella parte superiore emergono due epigrafi: una dedicata a
Giulia Domna, l’altra a suo figlio Caracalla, imperatore dal 211 al 217 d.C, che riporta l’anno 213 d.C.. L’iscrizione è fondamentale anche perché riporta la formula: Senatus Populus(que) Ferentinas che attesta la presenza di un Senato a Ferentino. Nella forma attuale si presenta come frutto di restauri settecenteschi e con un loggiato ricco di decorazioni barocche che testimonia l’illustre passato della città. Su questa porta nel Medioevo, fu costruita la “Loggia del Capitanato del Popolo” su cui erano innalzate le insegne del comune e del Papa.

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PORTA SANGUINARIA

È la porta più importante della città e quella meglio conservata. Si trova a sud della città e guarda verso est. In origine aveva un architrave sostituito al tempo dei Romani da un arco a tutto sesto costituito da tredici conci radiali. Probabilmente detto architrave fu sostituito con un arco a tutto sesto nel periodo sillano quando vennero attuate altre opere di difesa sull’Acropoli. Le mura laterali mostrano i segni di tre differenti epoche: preromana, romana e medievale. Nella parte inferiore le poligonali attestano l’età preromana – IV secolo a. C; sopra l’arco l’opera quadrata di travertino con due vuoti lasciati forse appositamente per alleggerire il peso dell’arco stesso, denota la romana – II sec. a.C. Su questa zona di travertino, il muro continua divenendo costruzione incerta denotando l’ambito cronologico medievale. Nel muro di età medievale sono visibili fori rettangolari disposti a distanze regolari: forse sono gli appoggi per le incastellature lignee, posto di guardia o offesa (caditoie), che nelle fortificazioni medievali erano innestate sulla parete esterna del muro a difesa degli ingressi. La finestra aperta nel muro, quindi, potrebbe giustificarsi come passaggio dal ballatoio interno a quello esterno. Nel nome ci sarebbe l’eco di cruente battaglie, avvenute nei pressi della porta o il ricordo del percorso dei condannati a morte, che dalla porta uscivano per essere giustiziati nella sottostante Aia del Monticchio.

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PORTA PENTAGONALE

Si apre nella parete sud di Ferentino, tra porta Sanguinaria e porta Stupa. E’ priva di arco e di epistilio. E’ a sezione ogivale, come quella di Civita Vecchia di Arpino e come la Porta di S. Pietro o Porta Santi di Segni, e richiama alla mente le antichissime porte di Argo, Micene e Tirinto. Detta Porta è sbarrata all’interno da un muro di grossi massi informi: si può, quindi, vedere solo dall’esterno. Incerti sono i pareri su detta apertura; non manca chi asserisce che essa fosse, all’origine, una nicchia creata per accogliere il simulacro del dio “averrunco” della città, opinione che difficilmente può essere accolta, perché non spiega lo sbarramento interno della medesima apertura; più verosimilmente può essere considerata come rifugio per i soldati romani.

 

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PORTA STUPA

Si trova tra Porta Pentagonale e Porta Sant’ Agata o del Borgo. Detta porta, esposta a ponente, è più angusta di porta Sant’Agata ed ha quattro pietre per parte. Anch’essa manca del rispettivo architrave e fu, al tempo dei Romani, coperta da una volta che ben si distingue. Molto probabilmente dovette essere una porta originaria nel perimetro esterno delle mura di Ferentino, che cadde in disuso quando i Romani costruirono l’attuale Porta Sant’Agata, e questo dovette avvenire presumibilmente in occasione della costruzione della via Latina Inferiore.

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PORTA SANTA CROCE

Ad est della Città, nella prima cerchia delle mura, In corrispondenza della porta di sortita della cittadella, detta Grottapara, esistono i ruderi di una porta, gemella a quella di porta Casamari, ma di dimensioni più ridotte: Porta S. Croce, del I secolo a.C. In origine, era costituita da due archi, come quella parallela di via Casamari: uno di essi fu abbattuto, non molto tempo fa, per dare spazio alla via della Circonvallazione. E’ tipica porta di difesa romana, come Porta Casamari o Maggiore. Non si conosce il motivo del nome, né si sa se esso abbia qualche attinenza con quelli che si riscontrano a Veroli: Porta Santa Croce, Borgo Santa Croce, Chiesa di Santa Croce, Palazzo di Santa Croce. E’ indiscusso che detta Porta sia orientata verso Veroli e che da essa, appunto, partiva la strada che, col percorso più breve, passando per Tecchiena, univa direttamente le due città. Il nome della porta, comunque, è certamente medievale, come medievale è la costruzione a doppio arco di Porta Santa Croce di Veroli.

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PORTA SAN FRANCESCO

E’ situata fra tramontana e ponente; i suoi lati sono composti di quattro pietre per ciascuno e formano un piede diritto. Manca dell’architrave. Al tempo dei Romani e sicuramente quando furono fatti gli altri restauri, fu ricoperta da una volta che si discerne alla più recente struttura. È munita di una torre e prende il nome dall’adiacente chiesa di San Francesco del XIII secolo.

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GROTTAPARA.

Porterula che si trova di fronte a Porta Santa Croce, verso l’interno della città. Forse era l’uscita della via di sicurezza sotterranea che, partendo dall’Acropoli, conduceva, verso levante, fuori della città. L’architrave della porta non ha incastri verso la luce della porta stessa, bensì nella parte superiore, ove si collega perfettamente con le altre pietre che formano il resto del muro. Il nome, molto probabilmente, deriva da Grotta Luparia, analogamente al toponimo Vallis Luparia, convertito in Vallepara. Durante lo spopolamento del Medioevo, la porterula dovette diventare, infatti, l’ingresso di un rifugio per lupi. Con quasi certezza, a detta “grotta” allude il legislatore nel libro V degli Statuti di Ferentino (cap. LXXIV) quando ordina: Quod specus claudatur (STATUTUM CIVITATIS FERENTINI).