Storia
Le origini di Ferentino sono antichissime e avvolte nel mito; la leggenda ne attribuisce la fondazione al dio Saturno che, scacciato dall’Olimpo, si insediò in questo territorio fertile, fondando altre città e diffondendo le arti e le tecniche.
L’etimologia stessa del nome Ferentinum fornisce una idea quanto mai precisa riguardo la fertilità del luogo e l’ingegnosità delle gente che lo abitava.
Ferentino ha sempre goduto di una posizione geografica eccezionale, sulla sommità di un colle che domina l’ampia vallata del fiume Sacco, crocevia di importanti vie di comunicazione sia nella direttrice Nord-Sud (dal Lazio alla Campania) che Est-Ovest (dal Tirreno all’Adriatico) . Per questo motivo è sempre stata al centro dei più importanti fatti della storia, dai tempi antichissimi sino ai nostri giorni: di qui sono passati i grandi eserciti della storia e qui hanno soggiornato molti Papi
Fra il VI e il IV secolo a.C. Ernici, Volsci e Romani combatterono aspre battaglie per il suo possesso. Roma trovò in Ferentino dapprima una fiera avversaria e in seguito una fedele alleata, dandole anche illustri personaggi, primo fra tutti Aulo Irzio, luogotenente di Giulio Cesare, conquistatore e governatore della Gallia, console romano e scrittore e poi diverse figure di imperatrici.
Proprio al suddetto periodo, è da ascriversi l’edificazione delle possenti mura di cinta megalitiche, onore e vanto della città, che tanto stupore ed ammirazione suscitano ancor oggi per le dimensioni incredibili dei massi, la tecnica sopraffina di costruzione e l’armonia delle forme. Celeberrima in tal senso è la descrizione che ne fece Marianna Candidi Dionigi nella sua famosa opera “Viaggi in alcune città de Lazio che diconsi fondate da dio Saturno” pubblicata nel 1809 e corredata anche da piantine ed illustrazioni pittoriche.
Gli oltre 2500 metri di cerchia muraria esterna, in buona parte ancora conservati, l’Acropoli con il poderoso bastione dell’avancorpo, i possenti ieroni a difesa delle 12 porte di ingresso, tra cui le celeberrime porta Sangunaria, Porta Casamari e Porta Pentagonale, gli stupendi tratti di mura poligonali, l’affascinante percorso sotterraneo di Grotta Para, completamente architravato con grandi pietre ciclopiche, rendono Ferentino un luogo unico al mondo, che ha affascinato da sempre studiosi e viaggiatori.
Ma oltre alle mura e alle porte molte altre sono le testimonianze ancor oggi conservate dello splendore antico: il Mercato Coperto e il Teatro Romano, il Testamento di Aulo Quintilio Prisco, inciso nella viva roccia, i resti dell’acquedotto e del basolato stradale (per Ferentino transitava l’importante via Latina), le tracce delle antiche terme, le numerose epigrafi.
Ed anche nel periodo medievale Ferentino fu protagonista. Subito evangelizzata (pare già ad opera di S.Pietro) divenne ben presto sede di diocesi e si arricchì di luoghi di culto che sono anche straordinarie testimonianze d’arte: la Cattedrale dedicata ai santi martiri Giovanni e Paolo, edificata sui resti di un antico tempio pagano e di una precedente chiesa cristiana, risale al 1108, e dello stesso periodo è anche l’abbazia gotico cistercense di Santa Maria Maggiore; entrambe sono classificate come monumento nazionale
Degni di nota sono anche il monastero di S.Antonio Abate fondato da Celestino V, del quale ne ospitò per diversi anni le spoglie prima che fossero traslate nella vicina chiesa di S.Agata, dalla quale poi gli abitanti di L’Aquila le trafugarono per trasportarle nell’abbazia di Collemaggio. A Ferentino resta ancora il cuore di Celestino, custodito presso il monastero delle suore Clarisse. E in onore del Santo, compatrono della città, si celebra ogni anno il tradizionale Palio o giostra dell’anello.
Altre tradizioni che si conservano vive nei secoli sono la processione in onore del Patrono S.Ambrogio (centurione romano martirizzato nel 304 dopo essersi convertito alla fede cristiana) e l’infiorata per il Corpus Domini che si snodano entrambe lungo tutte le vie della città antica.
Per oltre 300 anni, dal 1198 al 1557, Ferentino è stato il capoluogo delle provincie di Campagna e Marittima (ovvero di tutto il Lazio meridionale) grazie al papa Innocenzo III che ne fece la sua sede privilegiata .E un altro ospite illustre che sin da bambino più volte soggiornò a Ferentino fu Federico II, Stupor Mundi che, ironia della sorte, subì la propria definitiva sconfitta proprio ad opera di condottiero ferentinate, Gregorio da Montelongo, legato pontificio, nella battaglia di Parma del 1309.
Molti ordini religiosi si stabilirono a Ferentino nel corso di quegli anni, fondando chiese e monasteri; fra i più attivi: i Benedettini, i Cistercensi, i Francescani, le Clarisse, e i Cavalieri Gaudenti.
Ferentino fu uno dei primi liberi comuni italiani, dotato già a partire dal XII di un suo proprio statuto. Negli anni successivi Ferentino conobbe i fasti dell’Umanesimo, di cui ebbe illustre protagonista Martino Filetico, l’assedio e la distruzione da parte delle truppe spagnole guidate dal duca d’Alba (1556), le lotte fra Sanfedisti e Giacobini (1798-1802), il passaggio di Garibaldi, e, da ultimo, le vicende della seconda guerra mondiale. Nel 1944 l’anno fu oggetto di pesanti bombardamenti e fu anche centro di accoglienza per gli sfollati dal fronte di Cassino e per le cui sofferenze la città è stata decorata con Medaglia d’Oro al Valor Civile .
Nel corso degli anni ’60 e ’70 il suo territorio è stato oggetto di una grande industrializzazione che ha convertito l’economia del luogo precedentemente fondata sull’agricoltura e sull’artigianato; negli ultimi due decenni è stata attuata anche una trasformazione urbanistica che ha visto l’edificazione di nuovi quartieri.
Fanno parte del territorio di Ferentino l’oasi protetta del lago di Canterno e l’antico Borgo di Porciano. La popolazione raggiunge circa 23.000 abitanti. Ferentino è apprezzata stazione termale e luogo privilegiato per degustazioni di prodotti tipici e soggiorni per il ristoro del corpo e della mente.
Per dirla con il poeta Orazio: “Se ti è grata la quiete … ti consiglierei di andare a Ferentino … infatti non solo ai ricchi è dato di godere …