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Uscire dalla crisi… strategie e fondi europei

31 Agosto 2015

In questo numero del giornale si pubblicano nuovi bandi per il cofinanziamento di attività che vanno dall’artigianato agroalimentare al commercio, dall’agricoltura al turismo, dalla riqualificazione dei borghi ai servizi pubblici e privati alla persona.

In questo secondo numero di Galver­la stiamo pubblican­do nuovi bandi per il co­finanziamento di attività che vanno dall’artigia­nato agroalimentare al commercio, dall’agricol­tura al turismo, dalla ri­qualificazione dei borghi ai servizi pubblici e pri­vati alla persona.

A tale proposito, abbia­mo posto alcune doman­de al presidente del Gal Loreto Policella.

Il GAL opera esclusivamente nelle aree rurali, ma cosa si intende per area rurale?

Le “aree rurali”, non devo­ no essere confuse con “aree agricole”anche se le contengono, sono le
aree geografiche esterne ai territori classificati ur­bani. Alla rigida divisio­ne del territorio tra città e campagna, che antica­ mente era definita dalle mura di cinta a protezione delle città, si è pro­gressivamente sostituita, dalla rivoluzione indu­striale in poi, una mag­giore integrazione tra territorio costruito e terri­torio agricolo. Molto del territorio europeo oggi è costituito da questa inte­grazione.

Per area rurale, pertanto, non si intende soltanto il territorio con vocazio­ne agricola, come spesso si immagina, ma tutte le aree non urbane. Circa il 50% della popolazione dei 27 Stati membri dell’UE
vive in zone definite ru­rali, le quali coprono oltre il 90% del territorio europeo.

Anche in Italia le aree ru­rali sono più del 90% della superficie nazionale.

In provincia di Frosino­ne, esclusi alcuni cen­tri urbani come Frosino­ne, Cassino, Sora e pochi altri tutto il resto del ter­ritorio può definirsi area rurale.

Perché le aree rurali sono così importanti per l’Europa?

Il concetto di rurali­tà, nel corso degli an­ni, è stato oggetto di rinnovata attenzione, particolarmente nei paesi occidentali ed europei, non solo per la sua esten­sione, ma anche perché queste aree si sono rive­late portatrici di diverse e complementari identità storiche, culturali ed eco­nomiche a cui l’Europa non ha voluto rinuncia­re, considerandole un punto di forza e del pro­
prio modello di svilup­po e non un problema o una diversità da unifica­re.

E, stato quindi possibi­le concepire, per le aree rurali, un modello di svi­luppo sostenibile perché
rispettoso delle singole caratteristiche, geografi­che, storiche, paesaggi­stiche, ambientali.

E’ nata una innovativa modalità di programmazione del­le politiche nelle aree ru­rali, l’approccio dal bas­so ascendente, per dare adeguate risposte alle esigenze primarie dei cit­tadini che vi vivono, svi­luppandone le poten­zialità ed accrescendo la coesione sociale e la qualità della vita.

La me­ todologia LEADER, or­mai alla quarta program­mazione comunitaria, è una efficace opportunità per rendere possibile tut­to questo.

I 28 Comuni aderenti al Gal, hanno quindi dei vantaggi ad essere classificati “territori rurali?”

Il vantaggio per i no­stri territori consiste in­nanzitutto nella possi­bilità di concepire uno sviluppo sostenibile ri­spetto all’identità, fon­dato innanzitutto sulle risorse locali, compati­bile con le strategie fis­sate a scala continenta­le, e quindi competitivo rispetto agli scenari eco­nomici mondiali e glo­bali.

Inoltre, i Comuni, Comunità Montane, As­sociazioni, Imprese, cit­tadini possono utilizza­re per questo sviluppo fondi comunitari.

[a cura di Elide Di Duca]