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La marcia dei ragazzi che vogliono salvare il pianeta.

15 Marzo 2019

“Cari genitori, voi avevate un futuro, noi non abbiamo più tempo”.

Alice, una bambina di 9 anni di Roma, venerdì scenderà in piazza per il Global Strike For Future, lo sciopero globale per il clima.

Insieme ad altri studenti hanno scritto una lettera aperta agli adulti chiedendo a chi ha avuto la possibilità di vivere sfruttando al massimo le novità tecnologiche e le risorse a disposizione, di dare ascolto alle parole degli scienziati: “Se non agiamo ora per contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi, ci rimarranno solo 11 anni per arrivare al punto di non ritorno.”

Alice ogni volta che dava ascolto alle previsioni dei climatologi provava un senso di impotenza: uragani devastanti, innalzamento del livello dei mari, estati caldissime, qualcosa che e già presente ma che assumerà proporzioni catastrofiche nel 2050.

Ed è per questo che lei ed altri firmatari hanno deciso di seguire l’esempio di Greta Thunberg, sedicenne svedese che dallo scorso 20 agosto ogni venerdì invece di andare a scuola si siede davanti al parlamento di Stoccolma protestando contro l’indifferenza della politica.

Marco Bussetti, il ministro delle istruzioni ha dichiarato che l’Italia non seguirà l’esempio dei Paesi che hanno autorizzato gli studenti a saltare le lezioni.

Miriam, una ragazza di 16 anni di Milano, per giustificare il fatto che dall’inizio dell’anno ogni venerdì salta otto ore di lezione spiega ai suoi insegnanti che il problema non è lei che non va a scuola ma il vero problema è che questi saranno gli ultimi anni di vita che vivremo in tranquillità.

Il 15 marzo è il grande giorno, gli studenti e gli adulti che li sostengono manifesteranno in 150 Paesi, tra cui l’Italia dove sono previsti cortei e sit-in in più di cento città.

Greta, Alice, Miriam e gli altri giovani attivisti italiani affermano che si fermeranno solo dopo aver raggiunto l’obbiettivo di SALVARE IL PIANETA.

 I ragazzi dello stage dell’Istituto Tecnico Agrario di Alvito.

Marta Corsi e Amedeo Cellucci