Museo Civico
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Dovrebbe essere obiettivo di ognuno prestare la massima attenzione ad ogni attività culturale, in essere o in fieri, che avesse il fine di indagare, testimoniare e valorizzare la memoria storica del proprio Paese non solo, ma anche quello di sostenere concretamente ogni iniziativa intesa ad esaltarne le bellezze paesaggistiche, ambientali e architettoniche, i modi di vivere e di essere dei suoi abitanti, insomma ogni manifestazione esteriore, ogni prodotto della sua cultura vuoi materiale, vuoi dell’ingegno.
Già questo è, naturalmente, patrimonio comune, quindi è già di per sé museo.
Le bellezze paesaggistiche, quelle architettonico – storiche non possono conservarsi in una sala di museo, esse rimangono per ovvie ragioni dove sono e solo in sito possono essere ammirate, ma i manufatti, gli attrezzi adoperati per costruirli, per il tramite della sapienza delle mani, quelli sono esposti all’incuria dell’uomo e del tempo, quelli, naturalmente, hanno necessità di essere raccolti per preservarne la memoria e quindi devono essere catalogati, inventariati, restaurati, se del caso, ordinati e conservati per essere messi a disposizione di quanti per fini culturali, educativi ed anche di diletto vogliano servirsene.
Da ciò è scaturita l’idea, appunto, di ricercare e raccogliere ogni oggetto che potesse testimoniare l’attività dell’uomo nel suo ambiente, nelle più disparate manifestazioni esteriori e con questo rappresentare il tessuto culturale della nostra piccola comunità.
Alcuni cittadini, tra cui per impegno hanno primeggiato Vincenzo Maglione, Bitorzoli Raffaele, Albano Giuseppe, Francesco Vannata, ognuno per le proprie competenze, hanno intrapreso la ricerca e la raccolta di testimonianze, opere, oggetti che costituiscono la materia iniziale del suo allestimento.
Tutti i cittadini, infine, sono rimasti entusiasti dell’idea tanto che buona parte di essi si sono anche privati di qualche oggetto caro per far sì che questa idea si concretizzasse.
Tanti artigiani e cittadini tra cui per l’impegno profuso sono da citare Bilotti Antonio, Ferzola Giuseppe, Grieco Michele e Barbella Oreste, si sono dedicati volontariamente alle pulizie e restauro di alcuni di questi oggetti perché potessero essere esposti e quindi ammirati nel loro splendore.