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Per una strategia di ripopolamento dei piccoli comuni che punti su una nuova capacità di ospitalità delle giovani coppie

17 Settembre 2017

Per una strategia di ripopolamento dei piccoli comuni che punti su una nuova capacità di ospitalità delle giovani coppie

1. Ripopolamento e nuova capacità di attrazione

Il tema del ripopolamento dei piccoli comuni non può limitarsi a proposte di interventi occasionali e frammentati, solitamente finalizzati a forme di sostegno economico a fasce deboli della popolazione (anziani, categorie disagiate, ecc.) o di incentivo ad iniziative economiche (ospitalità diffusa, valorizzazione produzioni tipiche artigianali e agr-alimentari, cooperazione e terzo settore) il cui “mercato” in queste aree è una sfida che merita un maggiore approfondimento. E’ necessario che si ripensi al tema nell’ambito di una più complessiva e integrata strategia di sviluppo e di una diversa capacità di questi territori di attrarre nuovi residenti (oltre che di trattenere quelli che già li abitano). Dall’esperienza passata traiamo come insegnamento la necessità di rompere gli equilibri precostituiti. Le politiche e le iniziative per lo sviluppo locale, sin qui, spesso sono fallite (dai comuni piccoli si continua ad andar via) perchè si è pensato che (nei migliori dei casi) gli interventi per provare a costruire nuove e diverse economie potessero da soli creare nuovi servizi per i cittadini. E’, invece, a monte di ogni efficace intervento che deve esserci “sviluppo e creazione” dei servizi per la residenzialità (sanità, scuola, trasporti) e lo si può fare anche attraverso forme innovative che includano la partecipazione dei cittadini stessi. Da questa considerazione consegue che, piuttosto che puntare su fasce di popolazione in disagio (a cui destinare opportune e necessarie iniziative per la lotta alla povertà e per il potenziamento delle politiche socio-assistenziali) si devono attrarre soggetti forti dal punto di vista delle competenze e del know-how, incentivando/migliorando il contesto socio-economico locale (nuovo welfare, innovazione e creatività, tecnologia e comunicazione). In questa direzione, interlocutori privilegiati per conseguire risultati efficaci e ricadute durature sono le giovani coppie e l'”aspirazione” di futuro che esse rappresentano.

2. Piccoli comuni, Comunità per giovani coppie

I piccoli comuni devono essere innanzitutto una scelta di vita. Perchè questa scelta possa essere compiuta serenamente e consapevolmente, i piccoli comuni devono, quindi, costituire la risposta al bisogno di comunità inteso come tensione a conciliare cura, crescita e sicurezza e offrire soluzioni (diverse, compatibili e coerenti a livello locale) alle questioni della residenza, del lavoro e dei servizi. Un comune che ambisce a divenire “destinazione” per le giovani coppie è un comune che può definirsi user-friendly, orientato al cittadino/ospite, caratterizzato dall’applicazione di criteri di accessibilità nei servizi offerti e di semplificazione burocratica nei rapporti con l’amministrazione. Non è da considerare meno importante l'”asset comunitario” che questi luoghi devono saper e poter spendere per attrarre e divenire luoghi di futuro. Una delle scommesse è, infatti, quella sull’investimento in termini di relazioni e integrazione che le giovani coppie sono in animo di fare. Le giovani coppie sono in prospettiva famiglie che dovranno garantirsi (anche per i propri figli): una dimensione accogliente e ospitale; una realtà sociale sicura e, nello stesso tempo, capace di aprirsi (anche attraverso gli strumenti dell’information and communications technology ma non solo) ad un mondo globale; una comunità che si poggia su radici solide ma capace di reinventarsi grazie all’innovazione sociale e culturale. Interessate a questa prospettiva sono quelle coppie che vogliono “alimentarsi” a tale asset ma che sono disposte a concorrere alla sua piena realizzazione, collaborando attivamente sia a livello di comportamenti individuali (presidio del territorio, raccolta differenziata, consumi ambientalmente e socialmente sostenibili, altro) sia di iniziative collettive (partecipazione alle scelte di sviluppo e responsabilità verso le istituzioni e i governi locali dei territori).

3. Un’ospitalità dinamica e aperta a nuove prospettive

Perche i piccoli comuni siano in grado di farsi trovare pronti e preparati a questa scelta, è necessario che le Amministrazioni individuino e mettano in campo strumenti, procedure e iniziative che siano in grado di generare dinamismo e aprire la comunità locale a nuove prospettive.

4. Più vantaggi di cittadinanza

 

Favorire la cittadinanza significa creare le condizioni di vantaggio per una nuova residenzialità: semplificazioni amministrative e priorità nell’assegnazione di servizi (di asisstenza socio-assistenziale, scolastici, volti all’infanzia e la conciliazione dei tempi e altro); e-governement e superamento del divario digitale; erogazione di buoni spesa da spendere solo sul territorio comunale e/o sui comuni territorialmente limitrofi  (con evidenti ricadute economiche sull’economia locale); defiscalizzazioni in cambio di comportamenti virtuosi come ad esempio nell’adempimento dei servizi ambientali e d’igiene urbana. E’ importante a tal proposito, sottolineare che, nell’attuale condizione di risorse sempre più scarse, i piccoli Comuni, nel tentativo di compensare le risorse utilizzate per tali iniziative, si trovano, a differenza delle realtà più grandi, nelle condizioni migliori per sperimentare meccanismi che fanno leva sulla disponibilità dei nuovi ospiti alla compartecipazione nella realizzazione dei servizi alla collettività (art. 24 del Decreto Legge del 12 settembre 2014, n. 133)[1].

5. Più opportunità d’abitare

 

Al centro del tema, il costo degli alloggi e l’opportunità per le giovani coppie di avere una casa. Tra le soluzioni da adottare (oltre le forme di sostegno sia per l’affitto sia per l’acquisto e di disincentivo per quei residenti che mantengono gli alloggi sfitti e inutilizzati), si evidenzia il ricorso all’housing sociale e a percorsi di cooperazione fra proprietari e cittadini con la possibilità dell’intervento pubblico a favore del privato (costruttori, proprietari e istituzioni finanziarie): residenza condivisa o cohousing, autocostruzione e autorecupero, attivazione di fondi Immobiliari ad apporto pubblico e privato.

6. Più occasioni di socialità

 

La presenza di spazi pubblici come luoghi d’incontro e di eventi è la risposta alla ricerca di nuova vitalità espressa dalle giovani coppie e di una volontà di radicamento nell’espressione fisica e territoriale in cui si vive. Recupero e riqualificazione degli spazi urbani e proposte innovative per il “tempo libero” sono, quindi, i motori di un percorso aggregativo che ha effetti cogenti sul tessuto locale, anche considerando la necessità di ricercare nuove identità per i luoghi. Si tratta di progettare azioni e attività come nuove occasioni di aggregazione che non entrano in concorrenza con quelle dei centri urbani ma vogliono essere alternative o semplicemente diverse, basandosi sull’incontro di persone, sulle peculiarità locali e sul recupero della cultura territoriale.

7. Patto di residenza tra “piccoli comuni” e “giovani coppie”

I piccoli comuni (le amministrazioni e le comunità) e le giovani coppie ospiti stringono un’alleanza, un “patto di residenza” che impegna ciascuno a intraprendere un “percorso virtuoso di convivenza”.

[1] Art.24 della legge n.164 del 2014 “Misure di agevolazioni della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio”.

Info:

  1. montesegale@libero.it o sindaco.montesegale@libero.it
  2. Il bando “Giovani Coppie attive” approvato dalla Giunta Comunale sarà pubblicato all’albo pretorio del Comune entro il 30 settembre 2017.