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La Storia

Abitata probabilmente già dai celti, acquistò una certa rilevanza strategica, per via della sua ubicazione nei pressi di importanti strade romane. Il toponimo, che in epoca tardo-antica assunse la forma di Osoppo, sembra di probabile radice celtico-carnica “OS-HOP” luogo di alta osservazione atto a dare avviso.

Trasformata in un luogo fortificato con la costruzione di una torre sul colle che sovrasta l’abitato, fu invasa dai barbari dopo la caduta dell’impero romano, riuscendo però a resistere alle incursioni degli Avari. Possedimento, sul finire del secolo XI, dell’abbazia di Sesto al Reghena, entrò poi a far parte delle proprietà del patriarcato di Aquileia che, verso la metà del Duecento, ne concesse l’investitura feudale a una nobile famiglia del luogo. Assegnata nel secolo successivo ai Savorgnan, nel 1420 passò sotto la dominazione della Repubblica Veneta, che rafforzò le fortificazioni sul colle, facendone il suo baluardo difensivo settentrionale.

Più volte assediata, fu occupata alternativamente da francesi, russi e austriaci. Durante la breve parentesi napoleonica nel 1807 fu donato a Napoleone lo stendardo strappato alle truppe asburgiche da Gerolamo Savorgnan.,Passato nuovamente all’Austria, Osoppo divenne sede di guarnigione fissa ed attrezzata con caserme, magazzini e depositi armi.

Durante i moti risorgimentali del 1848 resistette, eroicamente per sette mesi agli assalti delle forze nemiche e al momento della resa ebbe l’onore delle armi dallo stesso avversario nella piazza del paese, al suono dell’inno imperiale asburgico. Per questa strenue difesa il gonfalone del Comune fu decorato della medaglia d’oro al valor militare.. Osoppo fu sede di un presidio militare italiano nel primo conflitto mondiale.

Fu occupato nel 1943 dalle forze germaniche del III Reich e questo le costò pesanti bombardamenti aerei.Durante la guerra di liberazione diede nome ai gruppi partigiani cattolici.

Nel secondo dopoguerra Osoppo dovette affrontare la dura realtà della ricostruzione ed una pesante emigrazione.Negli anni settanta raggiunse un buon livello di sviluppo economico con l’istituzione della zona industriale ZIRO, nella frazione di Rivoli

Il terremoto del 1976 distrusse quasi totalmente il paese, tuttavia l’impegno dei cittadini, unitamente a quello degli industriali e delle forze politiche, ha compiuto il miracolo della ricostruzione.