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Passeggiando per Piansano

Il borgo di Piansano, con le sue case, in cui la pietra è ancora dominante, i tetti così vicini l’un l’altro tra cui svetta il bel campanile, e le piccole viuzze, sembra quasi nascere naturalmente dallo sperone di tufo avvolto da fitta vegetazione che da sempre lo sostiene; i vicoli, gli archi e le volte che spuntano all’improvviso, le vecchie porte dimesse, i robusti blocchi di pietra incastonati qua e là, è quanto resta dell’antica rocca di Piansano: poco o nulla da vedere di un maniero cancellato dal tempo, in cui si respira però un’atmosfera autentica, il ricordo di un passato che emerge timidamente addentrandosi nel borgo.

Arrivando da Tuscania si nota come l’accesso del borgo antico si sia conservato intatto nei secoli. Una stradina tortuosa e in salita conduce alla così dettapiazzetta delle case cascate, mettendo in comunicazione il Vicolo Vecchio con il Vicolo della Ripa, che segue l’andamento naturale del crinale. Il vicoletto si è perpetuato con tutte le sue curvature e variazioni di ampiezza, fino a raggiungere il sito su cui dovette sorgere l’antico castello, oggi occupato dal’attuale palazzo comunale. Dall’altra parte del poggio le case precipitano sulla ripa che costituiva una difesa naturale dell’abitato.

Per raggiungere il palazzo comunale da nord, si passa invece sotto la piccola torre, sulla quale campeggia lo stemma di Piansano e reca in alto un grande orologio. Dell’edificio che ospita gli uffici comunali non si conoscono né le origini né il committente: si sa che nel 1913 il comune lo acquistò dalla famiglia Fabrizi per istallarvisi. Presenta alla base un porticato costituito da tre archi in peperino, sorretti da due colonne centrali e due pilastri laterali di ordine tuscanico. Davanti ai quattro elementi di sostegno sono quattro colonne antropomorfe, sostenute da alti piedistalli quadrangolari, decorati da fiori, che sorreggono con la testa capitelli vagamente corinzi. Sui capitelli sono posti: lateralmente due leoni; al centro due uomini accucciati, con le mani sulle ginocchia, leggermente protesi in avanti, con il capo inclinato verso il passaggio centrale. Le sculture in pietra hanno insolite espressioni, accompagnate da gesti inconsueti per delle statue che, poste all’entrata di un palazzo, più che far da guardiani, sembrano sbeffeggiare i passanti. Gli archi sostengono un raffinato cornicione su cui è posta una leggera terrazza in ferro battuto. Alcuni studiosi propongono di ricondurre l’edificazione della loggetta alla prima metà del settecento, periodo in cui si assistette ad una fase di abbellimento e di completamento edilizio del paese. Il salone d’ingresso del palazzo ospita interessanti materiali lapidei rinvenuti nel territorio di Piansano: tra questi il sarcofago etrusco con su scritto il nome del proprietario Vel Cnevnas Velus, e due esemplari di cippi di confine, scoperti nella località Macchione, a circa un chilometro e mezzo da Piansano, realizzati nel XVII secolo sotto l’autorità dei Farnese, per demarcare il territorio di pertinenza della nobile famiglia con quello di Tuscania. Testimonianza della presenza dei Farnese a Piansano è anche nella Fontana del Giglio; situata alle porte del paese, sebbene fortemente rimaneggiata in epoca moderna, reca ancora una targa in peperino su cui figura il giglio farnesiano, la data di costruzione fissata al 1585 e le lettere incise C.P. probabile riferimento al castrum Planzani.

A un attento visitatore non sfuggiranno poi i tanti dettagli che affiorano qua e là nel paese: i bei portali in pietra appartenenti alla case De Carli e De Parri; i frequenti monogrammi cristologici, che ricordano la devozione verso San Bernardino, spesso visibili sulle facciate degli edifici di Piansano; l’altarino della Madonna col Bambino in Piazza Indipendenza, in cui l’immagine sacra è rappresentata su una ceramica a bassorilievo, possibile riproduzione di una manifattura toscana del XV-XVI secolo; la lapide che ricorda la casa natale della Venerabile Lucia Burlini.

Anche la storia moderna di Piansano ha lasciato le sue tracce, che emergono in particolare nel monumento ai caduti, eretto a memoria di un momento storico tragico per Piansano, che vide morire impotente tanti concittadini. Nel 1968 un primo monumento venne posto in Piazza Lucia Burlini e nel 1996 fu modificato e traslato nel giardino davanti alle scuole: l’architettura attuale del monumento è costituita da una stele rettangolare davanti alla quale un soldato inerme alza il braccio verso il cielo, come per arrendersi alla morte e alle atrocità della guerra.