
Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti
3 Maggio 2020
Preg.mi Presidenti,
in queste settimane di grande crisi e smarrimento generale, noi Sindaci del Frusinate e del resto d’Italia siamo stati vicini alle nostre popolazioni, responsabilmente come sempre, in un momento di emergenza sanitaria che ha segnato profondamente la sicurezza e la stabilità economica delle famiglie italiane. Siamo stati, così come c’impone il nostro ruolo, ma anche per attitudine e spirito di servizio, il doveroso riferimento dei nostri concittadini per ogni loro necessità. Il nostro compito è stato, ed è ancora, quello di far rispettare le regole impartite da Governo, Regioni e Prefetture.
Abbiamo attivato servizi straordinari di assistenza per aiutare i cittadini maggiormente in difficoltà; abbiamo comunicato con le popolazioni dei nostri territori quotidianamente, informandole e spronandole al rispetto delle disposizioni imposte e da noi condivise, usando ogni mezzo e ogni canale utile a veicolare il messaggio principale di queste infinite giornate d’isolamento: “Restate a casa!”
Lo abbiamo fatto nei modi più svariati, a volte anche in maniera eccentrica, fermamente convinti che stavamo combattendo una “guerra sanitaria” senza eguali, almeno per la mia generazione, che noi eravamo il fronte di questa guerra e che avremmo potuto vincerla, ma solamente se fossimo riusciti a convincere ogni nostro singolo concittadino della necessità di uniformare i comportamenti individuali al massimo senso di responsabilità, attraverso la ricerca di una motivazione collettiva che fosse imperniata anche sul senso di appartenenza e sull’orgoglio nazionale.
Siamo stati impegnati ad organizzare qualsivoglia iniziativa ritenuta valida per rendere meno pesante la permanenza in casa e più sicuri gli spostamenti, adottando i provvedimenti necessari e predisponendo le azioni più adatte a conseguire tale scopo, spesso facendo ricorso anche a quella che io amo definire “creatività fattiva”, propria di chi è abituato ad operare sul campo, agendo con pragmatismo e risolutezza.
Ma ora basta! Pur comprendendo la difficoltà di armonizzare l’esigenza primaria di tutela della salute pubblica, arginando la diffusione del Covid-19, conla ripresa graduale delle attività economiche e sociali, noi Sindaci, con la “S” maiuscola, unici e veri conoscitori dei territori e delle comunità che amministriamo, chiediamo di poter gestire con maggiore autonomia decisionale le fasi di un auspicato ritorno alla normalità: in queste settimane abbiamo già dimostrato capacità di discernimento e di giudizio in ogni azione intrapresa.
Non vogliamo più, come accaduto in passato, essere ammoniti, al pari di “scolaretti negligenti”, perché la nostra visione di come si debba rispondere alle istanze delle comunità che amministriamo, e che troppo bene comprendiamo nel loro profondo disagio, non coincide con quella di altri enti sovraordinati.
Vogliamo, invece, operare nel rispetto di provvedimenti che siano di orientamento e non immotivatamente limitativi dei diritti e delle libertà personali.
In attesa di positivo riscontro, le SS.LL. distintamente saluto.
Pofi, il giorno 2 maggio 2020
Tommaso Ciccone, Sindaco di Pofi (FR)