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Appuntamento con la Storia

4 Novembre 2021

1921 -2021 – I CENTO ANNI DELLA TRASLAZIONE DEL MILITE IGNOTO ALL’ALTARE DELLA PATRIA.

Il 4 novembre 1921, venne tumulata sull’Altare della Patria la salma di un soldato ignoto – Ignoto Militi- caduto al fronte e sepolto in uno dei tanti cimiteri sparsi nel Nord dell’Italia.

Lo scopo era quello di voler rendere eterna nella memoria della Patria italiana l’eroismo dei suoi figli migliori caduti in quella terribile guerra che, con il passaggio di Trento e Trieste all’Italia, aveva realizzato l’Unità della Nazione.

L’idea di onorare una salma sconosciuta venne propugnata dal Generale Giulio Douhet nel 1920 e piacque molto al Re Vittorio Emanuele III, che se ne fece portavoce all’allora Capo del Governo, Francesco Saverio Nitti e il Parlamento approvò la legge 11 agosto 1921 n.1075 “per la sepoltura in Roma sull’Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto Caduto in guerra”.

Il Ministero della guerra incaricò una Commissione, presieduta dal Duca d’Aosta, affinché fossero individuati i resti mortali di quello che sarebbe divenuto poi il “Milite Ignoto” facendo sì che non fosse possibile individuare la provenienza del Caduto prescelto e neppure il reparto o la forza armata di appartenenza.

L’unico requisito doveva essere quello della sua italianità.

Gli sforzi effettuati per scegliere la salma, erano diretti a far sì che quel Soldato, voluto come “di nessuno”, potesse essere percepito come “di tutti”, così da sublimare il sacrificio e il Valore dei combattenti della prima guerra mondiale e quindi di tutti i Caduti per la Patria.

Venne deciso che la scelta dovesse avvenire tra undici identiche bare, contenenti le salme di soldati non identificati, fra le quali la madre di un caduto avrebbe designato quello che sarebbe stato tumulato nell’apposito sacello del Vittoriano.

La scelta delle salme fu fatta da un’altra Commissione, presieduta dal Generale Giuseppe Paolini, medaglia d’oro al Valor Militare, che si recò in giro per i vari cimiteri ove erano le sepolture dei cosiddetti “soldati senza nome”.

Effettuate le scelte, le salme vennero ricomposte in altrettante bare identiche e portate ad Aquileia, luogo designato per la scelta definitiva.

L’onore di scegliere la salma del “Milite Ignoto”, toccò alla signora Maria Bergamas, madre del sottotenente Antonio Bergamas, originario di Gradisca d’Isonzo, arruolatosi nelle file italiane sotto falso nome, essendo suddito austro-ungarico, Caduto in combattimento nel 1916 e i cui resti non furono mai recuperati.

La scelta dunque avvenne nella Basilica di Aquileia, al termine della santa messa e le cronache del tempo narrano che la povera madre dopo aver reso omaggio alle 11 bare, si inginocchiò all’improvviso e quindi, ne scelse una, toccandola con la mano con un simbolico segno di croce, destinata a rappresentare il sacrificio di seicentomila italiani.

Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel cimitero di guerra che si trova intorno alla Basilica.

Quindi la bara fu collocata su un affusto di cannone e deposta su un carro ferroviario appositamente preparato in onore del “Milite Ignoto” per essere trasportata con un treno speciale da Aquileia a Roma, accompagnata da reduci decorati al valore, dando così la possibilità agli Italiani di poter rendere omaggio a quel soldato senza nome, ogni qualvolta passava in ogni stazione.

Nel frattempo la Milite Ignoto venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria. 24 maggio 1915 -4 novembre 1918”.

Giunta a Roma la bara fu accolta da tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, alla presenza del Re, e delle bandiere di tutti i reggimenti e un gruppo di Decorati con medaglia fu d’oro al Valor Militare fu portata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.

Il 4 novembre, trasportata su un affusto di cannone, venne scortata sempre dai Decorati al Valor Militare fino alla base del Vittoriano, che da qui ne effettuarono il trasporto a spalla, sulla scalea, fino alla deposizione nel sacello ove viene tuttora custodito ed onorato.

La sepoltura avvenne con tutti gli onori in una cerimonia solenne, presieduta dal Re, Vittorio Emanuele III.

Da quel giorno l’Altare della Patria sarebbe divenuto “luogo simbolo” per antonomasia dell’ identità nazionale.