Ambiente
Il territorio dell’attuale comune di Rive d’Arcano misura Kmq. 22,42 ed è di origine morenica.
Le morene friulane sono quelle colline formate da rocce e terriccio che il ghiacciaio del Tagliamento strappò, nella sua discesa verso il basso, dai fianchi dei monti e dal fondo di scorrimento e sospinse sempre più innanzi a modo di una enorme ruspa. Quando poi cambiarono le condizioni climatiche e si determinò lo scioglimento del ghiacciaio, questo materiale restò a formare quel paesaggio collinare, detto morenico, di cui la nostra zona fa parte.
Delle tre cerchie moreniche del medio Friuli, che sono resti della quarta glaciazione del periodo detto “vurmiano”, a noi interessa la parte occidentale della cerchia esterna, che va da Tricesimo a S. Daniele.
Ad oriente di S. Daniele la collina scende. Il torrente Corno, entro cui nel secolo scorso fu artificialmente incanalato il Ledra, nel periodo diluviale spezzò la continuità della prima cerchia morenica e si aprì un passaggio verso il piano, alluvionando un antico bacino lacustre ove c’erano le torbiere dette del Saccone. Oltre la valle del Corno la cerchia si rialza di nuovo nel colle Valdoria (m. 202) che racchiude con uno sperone un bacino interno detto “Valle morta”.
Quindi accentua l’arcatura spingendo verso sud-est una serie di colli quasi della medesima altezza: il colle Cretaz (m. 231), il colle del Tiglio (m. 240), il colle di Fratta (m. 218), il col Roncon (m. 238), il colle degli Alberi (m. 237), tra loro divisi da strette ma profonde forre che raccolgono l’acqua piovana e la portano al piano.
Il più importante di questi scoli è il torrente Petocco che raccoglie le acque dai pianori retrostanti i colli di Fratta e Roncon e le porta al Corno dopo un percorso di 3Km., attraverso una profonda e tortuosa gola.
Il Corno nasce presso Buja a poca distanza dall’altro torrente morenico, il Cormor: dopo aver raccolto le acque della piana di Farla e delle paludi di S. Daniele taglia da nord a sud la cerchia morenica presso Rive d’Arcano e attraversa la pianura fino a perdersi nelle acque del Taglio e quindi dello Stella.
La valle del Corno è troppo ampia e profonda per essere stata scavata da un piccolo torrente morenico. Attualmente il letto del torrente è irrilevante rispetto alla larghezza della valle che presso Raucicco è di circa 2 Km. Tutto ciò lascia supporre che all’epoca del disgelo del ghiacciaio del Tagliamento vi scorresse un fiume di ben più ampie proporzioni, poi scomparso o spostatosi altrove.
La portata d’acqua del Corno, in tempo di magra, non supera i 300 litri al secondo, ma nei periodi di grandi piogge l’acqua cresce fino a provocare delle inondazioni alla campagna e ai paesi situati lungo la sua valle.