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Consiglio comunale di insediamento, l’intervento integrale del Sindaco Giglioli

13 Luglio 2024

Intervento integrale del Sindaco Simone Giglioli al consiglio comunale di insediamento del 13 luglio 2024.

Saluto tutti gli eletti e le elette che oggi danno vita e forma al Consiglio Comunale di San Miniato, massimo organo di rappresentanza politica della nostra Città.
Saluto gli assessori che hanno accettato il mio invito a formare la Giunta e che governeranno il Comune nei prossimi cinque anni avendo, la nostra coalizione, vinto le recenti elezioni.
Saluto e ringrazio tutti i cittadini e le cittadine samminiatesi che mi hanno rinnovato la fiducia per un secondo mandato e ringrazio anche quelli che non mi hanno votato ma che hanno partecipato a una campagna elettorale lunga e accesa, che ha espresso ancora una volta la vivacità democratica del nostro territorio.

Com’è giusto e doveroso ribadire in questi casi, io sarò il Sindaco di tutti. Ma invito anche gli eletti che oggi si insediano in questa sala ad essere il Consiglio comunale di tutti e di tutte. Perché a nessuno di noi può sfuggire un dato: alle recenti elezioni, un concittadino su tre non è andato a votare e per un territorio come San Miniato, dove il livello di affluenza alle urne è sempre stato molto alto, è un elemento che preoccupa, nella convinzione, spero condivisa, che la democrazia è, prima di tutto, partecipazione.
Quindi, al di là dei nostri programmi, riferimenti e schieramenti culturali, credo che tutti noi abbiamo il dovere di ricostruire la fiducia nella politica, primo passo per rafforzare le nostre istituzioni, la nostra libertà, le nostre prospettive di giustizia sociale e di progresso.

Credo che già quest’anno ci abbiamo provato a ricostruire questa fiducia perché, a differenza di cinque anni fa, dove l’ondata populista e antipolitica era ancora presente nel nostro paese, questa volta ci siamo presentati ai nostri elettori samminiatesi con proposte politicamente più chiare, alcune di sinistra e altre di destra, senza lasciare spazi a terze vie qualunquiste e ambigue.
E la coalizione che ho avuto l’onore di guidare non solo ha vinto il ballottaggio, ma è risultata maggioritaria anche in un primo turno dove, peraltro, le proposte e i candidati di sinistra hanno ottenuto – complessivamente – il 60% dei consensi.
Del resto, nel nostro territorio come in Europa, sta tornando un bipolarismo politico chiaro e netto. E questo mi pare un buon segno.

E buono, a mio giudizio, è il risultato di queste ultime elezioni. Un risultato che ribadisce la volontà della nostra gente di restare ancorata alle proprie radici popolari e antifasciste, ai valori di una comunità rinata nella Resistenza partigiana e che nei decenni si è rafforzata, grazie al buongoverno di tutti i Sindaci che mi hanno preceduto, a partire dai primi dopo la Liberazione (della quale, nei prossimi giorni, festeggeremo l’ottantesimo anniversario). Penso a Concilio Salvadori, a Bruno Falaschi, passando per Sindaci ormai mitici come Nello Baldinotti e Luciano Nacci, fino ad arrivare ai primi cittadini più recenti, quelli che anch’io ho conosciuto fin da bambino e poi negli anni del mio impegno politico e civile: Tonelli, Lippi, Frosini e Gabbanini.
Mi piace ricordarli nella speranza di essere alla loro altezza e nella voglia di continuare una vicenda alla quale sono orgoglioso di appartenere.
Insomma: ringrazio la San Miniato che non ha voluto bruciare il libro della propria storia ma ha espresso il desiderio di scrivere una nuova pagina, ancora più bella, continuando a camminare su un sentiero già tracciato nel passato ma con l’indicazione di guardare sempre avanti.

Credo comunque che la nostra proposta di governo sia stata premiata, non solo per il giudizio positivo su una consiliatura, come la precedente dal 2019 al 2024, decisamente complicata e inedita ma perché, anche in campagna elettorale, ho parlato solo di contenuti, delle cose fatte e delle cose che faremo, dei progetti realizzati che sono sotto gli occhi di tutti e di quelli che si concluderanno nei prossimi anni.
Oltre ai riferimenti ideali e culturali, che sono fondamentali in politica, credo che altrettanto fondamentale sia uno sguardo reale e materiale alle cose concrete. E noi continueremo su questa strada anche perché, i due aspetti, sono positivamente intrecciati.

Penso al tema della coesione nelle frazioni, il primo punto del mio programma: anche qui, è evidente che alla base ci sia un’idea politica, un obiettivo ideale ma che trova gambe solo se vengono curate e tenute in sicurezza strade ed edifici pubblici, se viene promosso un tessuto associativo già ricco e creativo e se sono decentrate le iniziative culturali, se c’è attenzione anche al piccolo commercio, che non è solo uno strumento per l’economia ma anche per la socialità.
E una comunità è forte e coesa se i suoi cittadini continuano ad avere servizi efficienti ed accessibili (e le istituzioni educative rimarranno la nostra priorità, in un Comune che già gode di un’offerta ben più ricca della media nazionale – basti pensare ai dati degli asili nido…).
Una comunità è forte e coesa se l’amministrazione investe sul lavoro (e noi ci muoveremo con l’intento di difendere ciò che abbiamo nel settore industriale e artigianale, a partire dalle eccellenza nel mondo conciario, e di promuovere ancora di più le grandi opportunità che si stanno creando nel mondo dei servizi e dell’accoglienza).
E quindi emerge anche un grande tema urbanistico, con i nuovi strumenti di cui ci siamo dotati nella consiliatura appena conclusa: c’è il tema della rigenerazione urbana di Ponte a Egola, con lo spostamento delle concerie dismesse e di nuove realizzazioni come la Casa della salute e la nuova sede del Consorzio di Bonifica al posto del degradato Ospedaletto di via Giordano Bruno;
C’è la volontà a incrementare – su altre frazioni – importanti aree per attività artigianali e di logistica, di cui il mercato sta facendo richiesta.
Tutte tematiche legate a doppio filo col grande obiettivo della sostenibilità ambientale e della sicurezza idrogeologica, questioni affrontate con buon senso nel corso dei decenni e che ci fanno partire da un livello già buono, da monitorare, curare e valorizzare.

C’è poi la questione del centro storico, dove il “modello San Miniato” è apprezzato a livello regionale per il suo equilibrio tra residenzialità e proposta turistica ed eno-gastronomica, un modello che va però periodicamente affinato, per migliorare ancora di più la città, con l’abbellimento del suo patrimonio artistico-culturale e con la creazione di nuovi parcheggi e nuove vie di accesso al capoluogo.

Insomma, abbiamo un vasto programma che cercheremo di raggiungere con forza e tranquillità, al netto degli imprevisti che sono il pane quotidiano per chi è impegnato nella pubblica amministrazione. E tal proposito, voglio ringraziare di cuore tutti i dipendenti del Comune di San Miniato: è soprattutto grazie a loro se riusciamo a raggiungere i traguardi più ambiziosi o a gestire le emergenze più impegnative.

Vi prometto che tutte le forze politiche troveranno ascolto e collaborazione da parte nostra e ci auguriamo che anche chi farà opposizione sarà in grado di essere costruttivo e propositivo, nel solo ed esclusivo interesse di San Miniato e della sua gente, della sua storia e del suo futuro.