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Fondazione Zini, l’amministrazione e la commissione pari opportunità ribadiscono la propria contrarietà

14 Maggio 2025

L’assessora alle pari opportunità Elena Maggiorelli e la presidente della commissione per le pari opportunità Giulia Giannoni intervengono all’indomani della sentenza del Tar che stabilisce la legittimità della Fondazione intitolata a Federico Zini. 

Descrizione 

“Le sentenze si rispettano e non si discutono, ma come amministrazione vogliamo esprimere piena solidarietà ai familiari di Elisa Amato, la decisione del Tar riapre una ferita non solo per loro ma anche per le comunità di San Miniato e di Prato”. L’assessora alle pari opportunità Elena Maggiorelli e la presidente della commissione per le pari opportunità Giulia Giannoni intervengono all’indomani della sentenza del Tar che stabilisce la legittimità della Fondazione intitolata a Federico Zini, il giovane sanminiatese che, il 26 maggio 2018, uccise la fidanzata Elisa Amato, a patto che non porti il suo nome. “Cambiare nome non cambia la storia di questi fatti criminosi che hanno gettato nello sconforto più totale un’interna famiglia e due comunità – commentano -. Il Comune di San Miniato e la Commissione per la pari opportunità avevano ritenuto inopportuna e offensiva la creazione di questa Fondazione con finalità filantropiche e ispirata ad un femminicida, già nel settembre del 2018, votando all’unanimità un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo. Nel 2021, con una cerimonia alla presenza dei familiari e del sindaco di Prato, l’amministrazione aveva intitolato la piazza dove Elisa fu trovata senza vita alle vittime di femminicidio e le dedicò una panchina rossa dove, ogni 25 novembre, celebriamo il suo ricordo deponendo un mazzo di rose rosse. A pochi giorni dal 26 maggio, settimo anniversario della morte di Elisa, sembra davvero una beffa tornare a parlare della Fondazione Zini e del suo femminicida in questi termini – e concludono -. Come amministrazione e come commissione intendiamo scoraggiare ogni iniziativa volta ad alimentare messaggi ambigui rispetto alla violenza di genere, che intenda giustificare o riabilitare chi commette un femminicidio, e vogliamo proseguire con i progetti di informazione e sensibilizzazione che da anni abbiamo intrapreso in collaborazione con i Centri antiviolenza e con le scuole del territorio”.