
Il giorno del Ricordo, domenica 9 febbraio Santa Croce commemora le vittime delle foibe e gli esuli giuliano dalmati
7 Febbraio 2025

Per non dimenticare questa parte della storia, in occasione del giorno del Ricordo a Santa Croce sull’Arno è stata organizzata domenica 9 febbraio alle 10 al Giardino dei caduti delle Foibe, all’angolo tra via XI Febbraio e via Salvemini, una cerimonia per ricordare le vittime delle Foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati italiani, nel secondo dopoguerra. Il programma prevede il ritrovo al giardino con la deposizione di una corona di alloro alla memoria della vittime delle foibe, dopodiché seguirà il saluto istituzionale del sindaco Roberto Giannoni e dell’assessore alla Memoria Simone Balsanti. Seguirà l’intervento di Giampaolo Giannelli in rappresentanza dell’Unione degli Istriani.
L’amministrazione comunale con il tavolo della Memoria ha previsto poi nell’organizzazione l’esecuzione di brani musicali, tratti dal repertorio di Sergio Endrigo, esule istriano, interpretati dal maestro di flauto Tommaso Giannoni e alcune letture tratte dal libro Nata in Istria di Anna Maria Mori.
“Il Giorno del Ricordo è stato istituito con la legge 92 del 30 marzo 2004”, spiega l’assessore alla Memoria, Simone Balsanti. “Quest’anno – continua Balsanti – nella logica di mantenere viva la Memoria della tragedie del ‘900, che ci toccarono da vicino, perché maturate in Europa, abbiamo dedicato una cerimonia il più esaustiva possibile a questa tragica pagina della storia degli italiani. Tragica per coloro che ne furono vittime, tagica per come vennero accolti al rientro in Italia e tragica perché si va a sommare a tutti gli altri episodi che girano intorno ai totalitarismi novencenteschi, in cui persero la vita persone innocenti e mi riferiscono ai civili, non con questo che si possa legittimare la morte del personale belligerante in una logica di rigetto delle guerre.
“Ecco credo che il valore di questa giornata del Ricordo, – continua Balsanti – come per il giorno della Memoria, anche se sono fenomeni che maturano in contesti diversi e di diverse implicazioni numeriche, sia nella comune condanna ai totalitarismi del ‘900, alla violenza e alla guerra, perché quando si parla di civili nei conflitti, un morto vale un morto indipendentemente dalle motivazioni pratiche e ideologiche che portano a quell’atto di violenza. Una giornata per esortare tutti a mettere il valore della vita umana, prima delle ideologie e di qualunque altra cosa. Un messaggio credo che assume un particolare valore in un momento che vede l’Europa e il bacino orientale del mediterraneo essere teatro di guerre, che nella loro già tragica connotazione, coinvolgono ancora una volta i civili”.