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Abbazia di San Domenico

Dal 1011 risale la fondazione dell’Abbazia di San Domenico, dedicata alla Madre di Dio e al San Domenico nel 1104, mentre al 1030 risale la data dell’atto di donazione, con diversi beni del gastaldo Pietro il Maggiore, governatore di Sora e di Arpino, figlio di Rainerio, al monaco benedettino Domenico di Foligno (951-1031).

Il complesso monastico sorge nei luoghi in cui era ubicata la villa paterna di M.T. Cicerone, a pochi passi, dove immediatamente, “statim”, il Fibreno confluisce nel Liri. Il monastero, comunque, non è giunto a noi nel suo aspetto originario, a causa dei molteplici restauri.

L’ultimo devastante terremoto del 13 gennaio 1915 ha praticamente distrutto l’intero soffitto a volta. Oggi l’abbazia si presenta con la facciata principale piuttosto sobria, con tre porte ed un bel rosone centrale. Gli stipiti della porta sinistra e quello sinistro del portale sono costituiti da blocchi calcarei con motivi agresti, a forma rettangolare, che probabilmente abbellivano l’archivolto della casa natale di Cicerone. Una lastra di marmo pario semicircolare, di origine greca, poggia sul portale maggiore. Lo stipite destro del portale è costituito in parte da un blocco ornato da bassorilievi con motivi floreali e scene agresti che, probabilmente, fungeva da architrave di un’abitazione. L’interno della chiesa è a tre navate, ripartite da una doppia fila di pilastri che racchiudono le colonne della colonne (non identificata), dopo chiesa originaria.

Nelle pareti si apro- essersi fatto adagiare su uno strato di no eleganti archi a sesto acuto che cenere, secondo l’uso benedettino. conferiscono all’interno slancio e Nell’altare della cripta sono conserva- solennità. La cripta è del tipo “ad ora- te anche le sacre spoglie del santo. torio’ ed è costituita da tre navate tra- sverse divisa da 16 colonne di tipo diverso tra loro. Notevole interesse desta la quinta colonna costituita da un cippo miliare romano capovolto dell’epoca dell’imperatore Marco Aurelio Massenzio (306-312 d.C.). Particolare suggestione conferisce alla cripta anche la tradizione che ci racconta della morte di San Domenico proprio accanto ad una di queste colonne (non identificata), dopo essersi fatto adagiare su uno strato di cenere, secondo l’uso benedettino. Nell’altare della cripta sono conservate anche le sacre spoglie del santo.