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Santa Maria Assunta

L’anno 1100, inciso sotto l’architrave del portale, si considera come la data ufficiale della sua fondazione o di un suo ampliamento, eretta sulle rovine di un tempio pagano del dio “Sole-Sorano” del 111 sec. a.C., scoperto sotto la chiesa nel 1974. Di certo la cattedrale era posta al di fuori della cinta muraria della città, di cui entra a far parte solo attorno al 1300 con l’ampliamento del perimetro murario e la successiva costruzione del torrione aragonese (sec. XV). La costruzione, prima di giungere allo stato attuale, ha subìto notevoli mutamenti e distruzioni di varia natura: Federico Il, nel contesto di una riedificazione della cattedrale, da lui fatta distruggere nel 1229, ne ordinò la ricostruzione nel 1250; un devastante incendio, divampato nella notte fra il 12 ed il 13 gennaio del 1916, distrusse interamente la navata centrale facendo scomparire ogni traccia di un magnifico soffitto a cassettoni dorati, voluto dal vescovo Tamburelli e recante al centro una pregevole tela dello Zuccari. Di particolare interesse artistico è senza dubbio la porta principale di accesso alla cattedrale con un portale di particolare eleganza (opera di Mastro Giovanni). Una iscrizione latina, ivi incisa, ci indica che il vescovo Roffrido lo fece costruire perchè quella soglia era stata profanata dall’uccisione di una giovane. Annesso alla cattedrale vi è il Palazzo Vescovile (sec. XVI) ed il Seminario interdiocesano, che può essere considerato uno dei più antichi d’Italia. L’intero gruppo di edifici forma un blocco unico con mura perimetrali e con un Torrione aragonese risalente al XV secolo. All’interno molto bella è la parete dell’altare maggiore, in pietra viva (mura romane), su cui troneggia un Crocifisso ligneo di grande suggestione. Nella cappella laterale, si può apprezzare una splendida pala (il “Pater Noster”) di epoca recente, opera dell’artista sorano Alfonso Capocci, e due splendidi trittici l’uno quattrocentesco, che raffigura la 55. Trinità, l’altro denominato “la Madonna col Bambino”, più recente, opera dell’artista norvegese Cristiano Mayer Ross.