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“Eluana Englaro capiva e voleva vivere”. A Sparanise, per la Giornata Diocesana per la vita arriva la dott.ssa Antonella Vian da Monza

6 Febbraio 2016

dott.ssa Antonella VianA Sparanise, domenica 7 febbraio 2016, alle ore 15.30, in Piazza Giovanni XIII davanti ai giovani e ai fedeli di tutta la Diocesi di Teano Calvi, riuniti per ricordare la Giornata Diocesana per la vita, arriverà da Monza la dott.ssa Antonella Vian testimone medico di Eluana Englaro. Il suo intervento sarà soprattutto una testimonianza di vita, perché, come sta facendo armai da quattro anni in giro per l’Italia: “Eluana voleva e doveva vivere”. A distanza di anni, infatti, il caso di Eluana Englaro continua a suscitare dibattiti sul delicato tema dell’eutanasia e della vita. Anche da parte di chi l’ha vista di persona ed ha percepito sulla propria pelle la sua volontà di vivere. Una di queste persone è proprio la dottoressa Antonella Vian di Monza, testimone di una vicenda che racconterà domenica pomeriggio a partire dalle ore 15, in Piazza Giovanni XIII a Sparanise. All’incontro prteciparanno anche il parroco Don Liberato Laurenza e gli altri parroci, associazioni e fedeli della diocesi di Teano Calvi, sensibili alla vita. La presenza della dottoressa Vian si deve al suo forte impegno per la vita e per ricordare la verità sulla vicenda di Eluana Englaro. Introdotta dal preside Paolo Mesolella, responsabile regionale dell’ass. No104, la dottoressa racconterà ai presenti l’episodio che le ha aperto gli occhi sull’intera vicenda:”Ho potuto raggiungere Eluana nella stanza dov’era ricoverata nel 2009, pochi mesi prima che morisse, per dare il mio contributo di medico. Ho chiesto ai parenti com’era la situazione, se si poteva fare ancora qualcosa e loro mi risposero che era tutto inutile, seguito dalle parole :”Eluana non ce la fa più, vuole morire. A questo punto la ragazza ebbe un sussulto, emise dei gemiti che facevano pensare ad un attacco d’asma. Io le sussurrai che avrei fatto di tutto per aiutarla e lei si calmò”. La verità scoperta dalla dottoressa Vian era quindi che “Eluana voleva vivere, lei capiva tutto ciò che le succedeva intorno ma non riusciva a comunicare con il mondo esterno. Purtroppo non c’è stato nulla da fare perché nei mesi successivi vennero raccontate molte bugie sul suo conto. Dissero che pesava 37 chili invece era sui 54, che era un vegetale e simile ad un ragno accartocciato ma non era vero, aveva un bel aspetto. E non era in sala rianimazione attaccata a delle spine che qualcun altro avrebbe potuto staccare prima o pio, era solo in uno stato di disabilità e le servivano pazienza e le nuove terapie scientifiche”. Il tutto rimanda all’argomento dell’eutanasia:”Ciò che hanno fatto ad Eluana è stato soltanto un modo indegno per legalizzare questa pratica per non finire in galera. Ma è sbagliato, la verità che ci insegna Dio è un ino alla vita: nessuno può assumersi il diritto di toglierla ad un altro essere umano. Al pari dell’eutanasia sono inganni pazzeschi anche il testamento biologico e l’aborto.