SABATO 1 OTTOBRE AL GALILEI UN CONVEGNO SULLE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI
1 Ottobre 2016
Sabato 1 ottobre, alle ore 9.30, nell’aula magna dell’Isiss Galilei di Sparanise un convegno ricorderà le quattro giornate di Napoli. Una pagina gloriosa della nostra storia che non può essere dimenticata. Napoli, infatti, fu la prima grande città europea che si ribellò ai tedeschi e respinse il più potente esercito del mondo. La Resistenza che ha reso l’Italia una nazione libera e grande, ha avuto la sua nascita a Napoli il 28, 29, 30 settembre ed il primo ottobre 1943. Per rivendicare l’orgoglio di essere campani, quindi, il Galilei di Sparanise, domani 1 ottobre ricorderà quei giorni con un convegno durante il quale verrà anche trasmesso il film di Rosi “Le quattro giornate di Napoli” a cura del prof. Michele Vigliotti, già Dirigente Scolastico e rettore del Convitto Nazionale di Maddaloni. Interverranno sull’argomento anche il preside del Foscolo, prof. Paolo Mesolella e i docenti del laboratorio di Storia. All’incontro parteciperanno le classi terze, quarte e quinte di tutti gli indirizzi di studio. “ ll 12 settembre 1943 a Napoli – spiega il preside Mesolella, furono uccisi decine di militari per le strade della città, mentre 4.000 persone furono deportate per il “lavoro obbligatorio”. Dopo la proclamazione dello stato di assedio del colonnello Walter Schooll avvenne la fucilazione di 8 prigionieri di guerra in via Cesario Console ed un carro armato sparò contro gli studenti che stavano iniziando a riunirsi nella vicina università e contro alcuni marinai e finanzieri in Piazza Bovio. davanti al palazzo della Borsa. Poi sulle scale dell’università avvenne l’esecuzione di un marinaio ventiquattrenne, Andrea Mansi alla quale migliaia di cittadini furono costretti ad assistere dalle truppe tedesche sul luogo della fucilazione. 500 persone, poi, lo stesso giorno furono condotte con la forza a Teverola, nel Casertano, per assistere alla fucilazione di 14 carabinieri. Il 27 settembre, i tedeschi catturarono in vari punti della città circa 8.000 uomini, 400 uomini armati aprirono i combattimenti. Il 28 settembre i tedeschi ammassano molti prigionieri all’interno del Campo sportivo del Littorio, cosa che scatenò la reazione dei napoletani che diedero l’assalto al campo sportivo, determinando, la liberazione dei prigionieri, il giorno successivo. Walter Schöll infatti ottenne di aver libero il passaggio per uscire da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi che ancora erano prigionieri al campo sportivo. Per la prima volta in Europa i tedeschi trattavano alla pari con degli insorti civili. Nelle settantasei ore di combattimenti, morirono 168 partigiani e 159 cittadini; mentre dai registri del cimitero di Pogioreale risulterebbero addiruttura 562 morti. Oltre all’importantissimo risultato morale e politico dell’insurrezione, le “Quattro Giornate di Napoli” ebbero il merito di impedire che Napoli fosse ridotta «in cenere e fango» prima della ritirata. Allo stesso tempo evitarono che il piano di deportazione di massa organizzato dal Colonnello Schöll avesse successo.