IL FOSCOLO HA PUBBLICATO UN LIBRO DI SCRITTURA CREATIVA SCRITTO CON LE SCUOLE MEDIE
11 Maggio 2017
E’ stato appena pubblicato dall’ISISS Foscolo di Teano e Sparanise un interessante libro di Scrittura creantiva. L’esile libretto. che presenta sulla copertina il volto di Teano, Filosofa greca del VI secolo, emblema della donna sapiente e moglie del grande matematico Pitagora, raccoglie racconti scritti a più mani da bravi alunni delle scuole medie e superiori.dopo la prefazione del Preside del Foscolo Paolo Mesolella ed il prologo delle docenti di Italiano che lo hanno realizzato Genovina Palmieri, Giuseppina Faella e Antoniio Migliozzi) si leggono, d’un fiato, i due racconti “spero di amare un sogno” e “Le avventure di Amin”. Il primo, dopo l’incipit di Annachiara Razzino, studentessa universitari; presenta contrubuti degli alunni del Foscolo, della Scuola Media “Solimene” di Sparanise e della Scuola Media “Laurenza” di Teano”. Il secondo, invece, dopo l’incipit di Antonia Cerullo, dottoranda in studi storici e filologici medievali, presenta contributi degli alunni della Scuola Media “Laurenza di Teano e della Scuola Media “N. Amore” di Roccamonfina.
“Leggere (o scrivere) un racconto, guardare (o disegnare) un paesaggio,- ha scritto il preside Paolo Mesolella nell’introduzione, ogni tanto fa bene allo spirito: perché la luna esiste ancora, esistono le stagioni, esiste l’amore, esistono la fede, la bontà e la speranza nel mondo. Ecco perché ci piace presentare questo esile libretto di racconti scritti a più mani dagli alunni del Foscolo e delle Scuole Medie di Teano, Sparanise e Roccamonfina, nell’ambito del nostro progetto di “Scrittura Creativa”.
L’idea è quella di sensibilizzare i nostri alunni all’amore per la lettura e la scrittura.
Di questo ringrazio i professori di Lettere del Liceo Scientifico Palmieri, Faella e Migliozzi che hanno promosso l’iniziativa, perché ancora credono come me nell’importanza della scrittura.” Da parte loro i curatori dell’antologia si sono trovati di fronte a cose di cui non siamo, ormai, più abituati: la spontaneità, l’intraprendenza, la capacità di meravigliarsi e di entusiasmarsi. “Con leggerezza – hanno scritto nel prologo – i nostri alunni ci hanno permesso di entrare in un mondo che noi abbiamo rimosso, presi come siamo dalla volontà di diventare padroni incontrastati di un mondo senza fine. E noi lo abbiamo fatto in punta di piedi, cercando di non urtare mai la loro sensibilità. Nel proporci le loro storie ci hanno chiesto di essere guida; abbiamo accolto la loro richiesta ma gli abbiamo detto che li avremmo lasciati liberi di pensare e di muoversi. Ci sentiamo soddisfatti del lavoro svolto e lo siamo ancora di più perché i ragazzi ci hanno chiesto di continuare. Hanno capito che la scuola non è luogo di ansia, di nevrosi, di soggezione, ma uno spazio aperto alla discussione, all’elaborazione e, perché no, anche al gioco (senza palla avvelenata)”.