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RICORDO DI EMILIO, L’AMICO DEI DISABILI

20 Agosto 2017

(p m )Ci salutammo nel mese di maggio scorso nella palestra delle scuole medie di Calvi Risorta con una chiacchierata di un’ora. Io osservavo mio figlio giocare a basket, lui il nipotino. “Parto, alla fine mi disse, debbo andare in ospedale per un’operazione. Qua tornerò soltanto dopo l’intervento… magari ci rivedremo a settembre. Ma Emilio Ricca, stimato professore di religione presso la Scuola Media di Sparanise, ora ci ha lasciati. Non so chi a Sparanise, a Calvi Risorta, a Francolise.. non ne conosca il nome, la discrezione, la bontà, il suo amore per i disabili. Incominciò ad insegnare religione all’Istituto Tecnico Commerciale “G. Galilei” di Sparanise nel lontano 1986 e vi è rimasto 15 anni prima di passare alla Scuola Media “Da Vinci”, dove ha insegnato fino al mese scorso. A Sparanise ha avuto molti motivi per farsi amare: l’insegnamento, il volontariato verso i malati e le persone disabili, la parrocchia. Fino a ieri, quando ci ha lasciati a causa di una terribile malattia. Sono cose che possono capitare a chiunque: partire e non tornare più, magari morire. Ma la morte di Emilio ci ha turbati. E’ il destino dei grandi spiriti quello di lasciare un vuoto e poche parole. Appariva davanti agli occhi con un sorriso, un saluto e poi spariva. Noi che l’abbiamo conosciuto così semplice, così naturale, facciamo fatica a ritornare indietro nel tempo. Succede per le persone care: non sappiamo da dove cominciare per parlarne. Ma Dio ha permesso che Emilio, anno dopo anno (non senza sforzo, senza difficoltà) diventasse per tutti suoi alunni e i suoi amici dell’ACAD un modello da seguire. Ricordo una domenica di agosto di qualche anno fa: mi trovavo nei girdini della reggia di Caserta, quando arrivò il pullmino dell’Acad. In poco tempo uscirono dal furgone una decina di ragazzi disabili. Emilio li aiutò a scendere e li accompagnò per i giardini reali. Tra me pensai per un momento che a quell’ora e a quel posto, un atto di altruismo così non l’avrebbe fatto nessuno, nemmeno a pagamento, mentre Emilio chissà quante volte lo avrà fatto, accompagnando i malati in gita e lasciando la moglie e le figlie a casa. Ho visto docenti di sostegno, pagati, rifiutarsi di comprare un ovetto kinder ad una bambina dawn di seconda elementare la cui mamma aveva dimenticato a casa la merenda… Con la scomparsa di Emilio, il paese non ha perso solo un bravo insegnante, ma una persona molto umana e perbene. Chi lo ha conosciuto sa che il suo obiettivo era quello di tessere rapporti umani, ricucire strappi, sa che era discreto e sapeva consigliarti. I tanti amici e gli alunni che hanno condiviso il cordoglio sui social ne sono la più sincera testimonianza.