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La Fiaccola della Pace ricorda la Shoah. Il Foscolo diventa “Scuola di pace”

29 Gennaio 2018

La “Fiaccola della Pace” a Sparanise ricorda la Shoah, davanti al Monumento dedicato ai martiri del campo di concentramento tedesco sparanisano. Presente ufficialmente da Roma il “Co.S.Int. Corpi Civili Internazionali della Croce Rossa Garibaldina”. L’Evento, che si è svolto questa mattina, è stato promosso dal “Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio, in collaborazione con l’ ISISS Foscolo – Galilei sede di Sparanise diretto dal Preside Paolo Mesolella. Presente da Roma in veste ufficiale alla Marcia per la Pace, i referenti dei Corpi Sanitari Civili Internazionali della Croce Rossa Garibaldina”, con il Comandante Generale Alessandro Della Posta, il Maggiore Umberto Ferro e il vice Presidente del Comando provinciale Umberto D’ Angelo. Un sentito ringraziamento a tutti gli alunni partecipanti di cui rappresentante è il giovane Fabio Spagnuolo, coordinati dalla professoressa Teresa Capuano, che durante la manifestazione hanno mostrato molta serietà ed attenzione al tema della giornata. Gli alunni, per l’occasione hanno realizzato cartelloni e simboli di nonviolenza deposti davanti al Monumento dedicato ai martiri dell’eccidio nazista sparanisano. Hanno realizzato un bellissimo striscione che ha aperto il corteo dopo l’accensione della Fiaccola della Pace consegnata al rappresentante degli studenti Fabio Spagnuolo, sul quale si leggeva la scritta: ” NO ALLE ARMI, DISARMIAMOCI PER LA PACE . La Nonviolenza è l’Arma dei forti (Mahatma Gandhi) ” . Durante la manifestazione si sono svolte alcune soste: la prima in piazza Giovanni XXIII davanti al Comune e alla lapide dove sono riportati tutti i nomi dei caduti sparanisani. In questo luogo dei memoria i giovani hanno inscenato sulle note del brano La vita è bella, un flash – mob. Il corteo ha poi proseguito il percorso culminando davanti al monumento dedicato ai martiri dell’eccidio nazista e del campo di concentramento sparanisano. Gli alunni hanno declamato altre riflessioni sul tema della Pace e della Nonviolenza e poi hanno eseguito il noto brano “Immagine” di John Lennon, divenuto Inno della Pace. Un leggiadro vento di Pace all’insegna di un magnifico sole, ha circondato l’intera giornata. “I giovani vogliono la Pace e noi dobbiamo impegnarci ad assicurargliela consegnando loro un futuro possibile e non impossibile. Tutto dipende dalla nostra capacità e dalle nostre scelte, Scendere in campo per far conoscere a tutti qual è la strada prioritaria, coinvolgere i giovani in prima persona renderli protagonisti dei loro sogni,spingerli ad interessarsi ai problemi del mondo, partendo da quelli della comunità che ci circonda. Promuovere in loro il senso di discernimento e di ricerca, fargli conoscere Leader del nostro tempo che prima di noi hanno osato e sono scesi in campo per promuovere la Pace, alcuni nomi: Martin Luther King, Gandhi, dalle cui riflessioni è stato tratto ispirazione alla frase riportata sullo striscione esibito durante la manifestazione, donato infine al Movimento per la Pace per portarlo in giro lungo tutte le manifestazioni di Pace. L’ISISS Galilei- Foscolo, grazie all’impegno del Preside Mesolella é divenuto “Scuola di Pace del III Millennio”. Al termine della manifestazione, il Movimento per la Pace attraverso le mani della Presidente Agnese Ginocchio e del vice Presidente Gino Ponsillo, ha consegnato Un attestato di “ringraziamento speciale” al Co.S.Int. per le mani del Comandante Generale Alessandro Della Posta per ringraziare il Co.S.Int. della presenza ufficiale alla manifestazione e per la vicinanza mostrata più volte al progetto di Solidarietà del Movimento per la Pace in soccorso dei più bisognosi. Il Co.S.Int è un organismo umanitario che offre il proprio soccorso a servizio dei più deboli, nei luoghi di emergenza e in tutto il mondo. Ancora un attestato di Encomio Speciale all’ ISISS Galilei, consegnato al Preside Paolo Mesolella per l’impegno profuso a favore della causa di Pace, un attestato di ringraziamento agli studenti della scuola consegnato al rappresentante Fabio Spagnuolo, e un attestato alla docente Teresa Capuano per avere guidato e coadiuvato i lavori presentati durante la giornata, insieme agli alunni e alle docenti. Infine è seguita la cerimonia di intitolazione e di dedica del nuovo “Albero della Pace” da parte del Movimento per la Pace e di tutti i presenti. Il Preside Paolo Mesolella sull’argomento ha pubblicato due libri: “Ricordi e testimonianze del campo di Concentramento tedesco di Sparanise” e “La guerra addosso” edizioni Spring di Caserta. I tedeschi, infatti, hanno rinchiuso migliaia di militari e civili, anche a Sparanise, a pochi chilometri dalla scuola. Un campo dove sono passati migliaia di deportati, provenienti dal Casertano e dal Napoletano, molti dei quali di passaggio prima di essere inviati ai campi di lavoro in Germania. E dove si poteva anche morire, uccisi dalle sentinelle tedesche in caso di fuga. Scotto di Vetta Pietro di Bacoli, per esempio, il 25 settembre 43 nel campo sparanisano vide uccidere sotto i suoi occhi tre compagni. Ciro Cirillo, già Presidente della Regione Campania, ne vide uccidere in quello stesso mese altri due. Il campo, nacque il 14 settembre 1943, su un deposito militare inglese costruito tre anni prima, ma sequestrato dai tedeschi all’indomani dell’armistizio con lo scopo di radunare uomini per fortificare Cassino ed inviare i più validi ai campi di lavoro. Per non perdere la memoria e ricordare che la violenza nazista ha colpito anche le nostre terre. “Quando arrivai nel campo di concentramento di Sparanise, scrive il prof. Giovanni Spera, era il 23 ottobre 43 e c’erano già 5000 prigionieri. Reticolati e cavalli di frisia recintavano il perimetro del campo, sorvegliato da un nutrito numero di sentinelle che impedivano eventuali tentativi di fuga. Non c’erano cucine da campo, né una fontana per attingervi acqua. Non esistevano servizi igienici, per cui ognuno andava a soddisfare i propri bisogni fisiologici lungo il perimetro del campo. Il fetore era insopportabile, l’aria pestifera. Il senso del pudore era scomparso, essendo costretti a soddisfare i propri bisogni all’aria aperta ed alla vista di tutti. Uno spettacolo veramente degradante e vergognoso. Eravamo ridotti a livello delle bestie, con la biancheria intima sporca e maleodorante, la barba non rasa da giorni ed i pidocchi che infestavano ogni parte del corpo. Ricordo il povero Umberto Robustelli, merciaio, vestito di un leggerissimo pigiama estivo, con ai piedi un paio di pantofole di stoffa. In quelle condizioni era stato catturato. Ricordo poi la ressa che si scatenò intorno al camion che trasportava il pane, sufficiente soltanto per un decimo dei prigionieri: un maresciallo tedesco, sulla quarantina, armato di bastone, colpiva alla cieca, con violenza estrema, chi gli capitava a tiro, allo scopo di arginare quella marea umana. Ricordo anche una furibonda rissa, scoppiata al centro del campo, quando un prigioniero per essersi allontanato dal posto, ebbe l’amara sorpresa di non trovare, al ritorno, il suo pezzo di pane, perché qualcuno glielo aveva portato via. Successe il finimondo. Aggredì con selvaggia furia tutti i vicini. Ricordo poi le donne di Sparanise che sostavano lungo il viottolo adiacente al campo, distribuendo qualcosa da mangiare ai prigionieri che tendevano le mani oltre i reticolati. Ricordo una miriade di mani tese, ma riuscire ad afferrare qualcosa, era un’impresa disperata, a causa della calca che li schiacciava contro il filo spinato”.