LUNEDI 11 MARZO AL FOSCOLO IL CAPITANO ULTIMO INCONTRA GLI STUDENTI
8 Marzo 2019
IL COLONNELLO DEI CARABINIERI CHE ARRESTO’ TOTO’ RIINA C’ è molta attesa a Sparanise per incontrare il Capitano Ultimo. I posti disponibili per il pubblico (l’incontro era riservato ai soli studenti) sono subito esauriti ed in tanti, nonostante la richiesta, non potranno accedere nella sede del Foscolo in Via Calvi. Una scuola che proprio in questi giorni ricorda il decennale dell’inaugurazione su un bene confiscato alla camorra da parte dello stesso don Ciotti, Presidente di Libera. Lunedì 11 marzo, quindi, alle ore 10, nella sede Foscolo di Sparanise gli studenti incontreranno il Capitano Ultimo, il Colonnello dei Carabinieri che nel 1993 arrestò il Capo dei capi. Parteciperanno all’incontro cinquanta alunni del Triennio nella scuola sorta su terreno confiscato alla camorra, proprio 10 anni fa. Il Capitano Ultimo arriverà, con la sua scorta, da Arezzo. E’ stato il carabiniere che arrestò Totò Riina e ancora oggi lo si vede in giro solo con il volto coperto. Lunedì prossimo il Capitano incontrerà gli studenti per un dibattito sulla legalità «Oggi , ci ha spiegato, mi batto per una legge basata sull’equità e vivo come tutte le persone con i miei sogni, le mie amarezze e le mie gioie-. Io credo che uguaglianza e fratellanza siano la legge più bella da portare avanti e racconterò tutto questo ai ragazzi per suscitare in loro una coscienza di cittadinanza attiva”. Il Capitano Ultimo (Il suo vero nome è Sergio De Caprio) è nato a Montevarchi, in provincia di Arezzo, nel 1961. Ex allievo della ‘Nunziatella’, tenente al termine dell’Accademia Militare di Modena e formato nella Scuola Ufficiali di Roma, De Caprio chiede di essere trasferito in Sicilia poco più che ventenne, dove presta servizio per due anni come Comandante della Compagnia di Bagheria. Qui nel 1985, a soli 24 anni, arresta i latitanti Vincenzo Puccio e Antonino Gargano, braccio destro di Bernardo Provenzano e killer del Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile. Dopo i risultati ottenuti in Sicilia nella lotta alla mafia, viene trasferito a Milano, dove diventa capitano del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale). È qui che Ultimo fonda il Crimor, un’Unità Militare Combattente operativa a Palermo dal settembre 1992 e sciolta nel 1997. L’arresto di Riina, nel 1993, è l’operazione più eclatante fra le tante azioni portate a compimento negli anni contro mafia. Un arresto fondamentale. De Caprio resta nel Ros fino al 2000, quando lui stesso chiede di esser trasferito. Assegnato al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe) di Roma nello stesso anno, Ultimo assume il ruolo di vice comandante. Sotto il suo comando, si registrano le indagini e l’arresto del presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi e quello dell’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. L’ultimo caso seguito da De Caprio è stato quello della Cpl Concordia Pochi mesi e il Comandante Ultimo cambia di nuovo e passa all’Aise, il servizio segreto per l’estero dove nel 2016 dirige l’ufficio affari interni. Fonda una Casa famiglia e rinuncia all’onorificenza di Cavaliere della Repubblica De Caprio, nel 2013, è stato il candidato per la carica di Presidente della Repubblica per Fratelli d’Italia, ottenendo 9 voti. Nel 2015 De Caprio ha dato vita a una associazione, la “Volontari Capitano Ultimo Onlus” che, a Roma, in una casa famiglia, si occupa del recupero e il reinserimento di minori disagiati e figli di famiglie segnate dal crimine. Nel 2018 ha rinunciato all’onorificenza di Cavaliere della Repubblica ricevuta il 2 giugno 2017. Il Quirinale, sulla vicenda, ha specificato come la rinuncia e la richiesta di revoca siano arrivate dal diretto interessato Il pentito Gioacchino La Barbera riferiva in udienza pubblica che Il killer Leoluca Bagarella aveva offerto ad un carabiniere che forniva notizie a cosa nostra un miliardo di lire per avere informazioni su dove alloggiava il capitano “Ultimo”. Il pentito Salvatore Cangemi il 22 luglio 1993 riferiva di avere partecipato ad una riunione con Bernardo Provenzano, Ganci Raffaele e Michelangelo La Barbera nel corso della quale Provenzano gli comunicava l’esistenza di un progetto per catturare vivo il capitano Ultimo oppure di ucciderlo.