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Ritrovato un discorso di don Mattia Chiocchi del 25 dicembre 1012 sul Natale, recitato nella chiesa di San Vitaliano

24 Dicembre 2021

Un rinvenimento importante per la comunità sparanisana: è stato rintracciato presso la biblioteca comunale di Pignataro Maggiore un interessante discorso del canonico e scrittore sparanisano Don Mattia Chiocchi, recitato a Sparanise il 25 dicembre 1912, nella storica Chiesa di San Vitaliano, ai Confratelli dell’Immacolata e di San Giuseppe. Il lungo Discorso, intitolato “Per la notte del S. Natale” era pubblicato nella “Poliantea Oratoria di sacra eloquenza” un periodico che si pubblicava a Palermo nel 1914. E a Palermo fu anche pubblicato in volume, nello stesso anno, dall’editore Pietro Sofia Mesi, al costo di una lira . Don Mattia Chiocchi, è noto, è stato parroco di Sparanise, professore di eloquenza al seminario di Calvi e grande studioso e scrittore al punto che le sue prediche venivano pubblicate e destinate alla formazione dei sacerdoti. Non sempre, infatti, allora i parroci erano in grado di affrontare con sufficiente dottrina le difficoltà che si incontravano nel ministero della predicazione e don Mattia Chiocchi era tra i pochi Regi Sacerdoti che si erano dedicati alla predicazione e alla successiva pubblicazione dei discorsi. Per questo era nata la Poliantea Oratoria, (il cui abbonamento costava 5 lire) e che pubblicava con rigidi criteri di scelta, di ortodossia e di attualità, i migliori lavori di oratoria contemporanea. Essa infatti costituiva un’ottima palestra per tanti predicatori del tempo e veniva pubblicata sotto la vigile guida del Cardinale Lualdi, Arcivescovo di Palermo. Sarebbe stato bello, poter pubblicare tutto il lungo discorso natalizio, ma per il momento ci limitiamo a riportare alcuni passi significativi sul Natale, e sull’atteggiamento dei Cristiani verso la nascita di Gesù Bambino, che sono attuali anche per oggi. “Fratelli miei cari – scrive don Mattia – la capanna di Betlem è la scuola di Cristo. Quale dottrina ci insegna Gesù col suo Presepe? Ci insegna che le tre passioni capitali dell’uomo, superbia, la sensualità e la cupidigia dei beni terreni, spingono l’umanità nella rovina; Gesù, nato per salvare l’uomo, fin dal suo presepio ci insegna una dottrina che appunto frena queste passioni. E’ la dottrina dell’umiltà, della povertà, della mortificazione. Tale dottrina era troppo amara per la nostra natura, allora per farcela amare, cominciò a praticarla lui stesso fin dalla sua nascita. Accogliete dunque il Bambino Gesù, non fate come Betlemme che lo costrinse a nascere in campagna; così fanno anche molti cristiani nei cui cuori non c’è posto per il figlio di Dio. Nel cuore umano vi è posto per tutti gli affetti: si amano i congiunti, si amano gli amici, si ama la patria, s’ama la bellezza, la fortuna, i beni caduchi di questa misera terra, si porta amore financo ad un cagnolino e al peccato, ma solo per Gesù Cristo non si trova spazio”.