La storia della nostra città
Le prime tracce della presenza umana sul territorio di Sparanise risalgono all’Eneolitico finale (circa 2500 a.C.), come attesta il rinvenimento di una tomba “a fossa” della facies del Gaudo, scoperta in località Ciommentolara.
Il ritrovamento di iscrizioni in lingua osca e le sporadiche attestazioni di materiale archeologico, inducono a credere che il territorio fosse abitato anche in età arcaica e classica.
Al IV sec. risalgono le necropoli portate alla luce nell’area del Demanio di Calvi, precisamente in località Pozzillo, nei pressi di Masseria Tutuli e, più recentemente nel 2006, nel corso degli scavi archeologici effettuati a Masseria Rotondo per la costruzione dell’elettrodotto: dalle tombe a cassa di tufo, per la maggior parte già depredate dagli scavatori clandestini, sono stati recuperati diversi corredi funerari, che comprendono fibule di bronzo, vasellame a vernice nera e a figure rosse di pregevole fattura.
A partire dal 334 a.C il nostro territorio, situato all’interno dell’Ager Calenus della colonia latina di Cales, fu interessato dalla centuriazione romana. Testimonianze di tale complessa organizzazione territoriale sono i diversi tracciati stradali in terra battuta, rinvenuti pochi anni fa nell’area Ex Pozzi nell’ambito delle indagini archeologiche svolte per la costruzione della Centrale Calenia; nello stesso sito sono state potate alla luce due piccole fattorie e nuclei di tombe “alla cappuccina”, che dimostrano l’intenso sfruttamento agricolo nell’area della piana a sud Sparanise dal IV a.C. almeno fino al III sec. d.C.
Anche l’area posta a nord della città risulta abitata in età romana: negli anni ’90, nel corso dei lavori T.A.V., furono scoperte: in località Briccelle una villa di produzione, attiva dal II sec. a.C. al III sec. d.C.; in località Masseria Ranucci una necropoli d’età imperiale (fine I – fine II sec. d.C.). Inoltre, nella vicina Masseria Ettorre si trovano murati diversi blocchi appartenenti alla decorazione architettonica di edifici funerari della prima età augustea.
Il territorio non fu completamente abbandonato in età tardo antica, come è possibile dedurre grazie al rinvenimento di diversi nuclei di sepolture a cassa di tufo, attribuibili a questa stessa epoca.
Al X sec. infatti risale la notizia che prova l’esistenza di un piccolo borgo sviluppatosi nella piana: nel 988, infatti, grazie all’interessamento dell’abate Roffredo del Monastero di San Vincenzo al Volturno e in seguito alle numerose donazioni di terreni nell’area, viene edificata la prima chiesa dedicata a S. Vitaliano. La comunità in seguito entrò a far parte dei possedimenti dell’abbazia di Montecassino fino al XV secolo.
La prima citazione nota del toponimo Sparanise si trova in un documento del 1276 (locus Sparanisi in pertinenciis Calvi). In seguito lo ritroviamo in documenti del XV secolo, dove viene
citato come Casale o Villa Sparanisi.
Alla fine del XVI secolo Sparanise contava poco più di 400 abitanti, come è possibile desumere dal resoconto della visita pastorale del vescovo Maranta. In questo periodo è attestato un altro edificio di culto: la chiesa di S. Sebastiano, poi demolita per far posto alla nuova e più monumentale chiesa dell’Annunziata.
Dalla stessa fonte abbiamo la conferma dell’esistenza di un altro piccolo borgo, S. Lorenzo, sorto a circa 1 km a sud di Sparanise, nell’area nota come le Tre Masserie, e già citato in un documento del XIII secolo (anno 1263: “loco Sancti Laurentii de territorio Calvi”). Un altro piccolo abitato, S. Agapito, si trovava nella parte meridionale del Demanio; esso viene citato per la prima volta in un Diploma del 1047 (… cellam S. Agapiti ) e, successivamente, in un Diploma del 1137 (Cella et villa S. Agapiti).
Alla fine del ‘700 Sparanise, che rappresenta con i suoi 1500 abitanti il casale più popoloso di Calvi, si costituisce Comune Autonomo.
Nello stesso secolo, la nostra città è sede dell’Armistizio del 12 gennaio 1799 tra il duca Pignatelli, vicario del re Ferdinando IV, ed il generale francese Championnet, evento a cui fece seguito la nascita della Repubblica Partenopea. Per l’età moderna, le testimonianze architettoniche più
rilevanti sono rappresentate dalla seicentesca chiesa dell’Annunziata (completata nel 1783), che sorge al centro della piazza principale e al cui interno si conserva una splendida tela di A. Mozzillo raffigurante la scena dell’Annunciazione; dai Palazzi Mesolella della prima metà del ‘700 e dalla corti Ricca e Ranucci, sopravvivenza delle curtes medievali, con palazzi della seconda metà dello stesso secolo.
Fino a poco tempo fa era ancora visibile parte della Fabbrica di armi bianche della metà dell’800, ubicata nell’area occupata dai locali dell’Ex I.T.C. Poco distante si trova il grande serbatoio idrico della stessa epoca, di forma ottagonale, chiamato Caurara, che è stato recentemente restaurato ed destinato ad essere sede di esposizioni ed eventi culturali.
Al 1881 risale la Fontana Beatrice, anch’essa collocata al centro della piazza principale e recentemente oggetto di un intervento di restauro, che è considerata il simbolo della nostra comunità.
Fonte: Gruppo Archeologico Falerno-Caleno