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Arboretum “Borna du laou”

Un panorama e dei profumi decisamente mediterranei accompagnano il visitatore all’interno di questo particolare arboreto impiantato nella prima metà degli anni ’50 dal Corpo Forestale, allora ancora dello Stato. Difatti, a partire dal 1951, furono messe a dimora o seminate diverse specie esotiche tra le quali i pini marittimo, domestico, nero e strobo, il cedro dell’Atlante, l’abete del Caucaso, il leccio, il carpino, la tuia, ecc. La zona scelta per il rimboschimento, (da secoli di proprietà della Prevostura di Saint-Gilles, ora di proprietà dell’Istituto Diocesano per il
Sostentamento del Clero), si estende su una superficie di circa 6 Ha. e la natura del terreno, pietrosa, arida e inframezzata da arditi terrazzamenti che racchiudevano lembi di terra precedentemente coltivati, non garantiva un sicuro attecchimento. Ciò nonostante il risultato dell’esperimento è quello che appare ora ai nostri occhi: un suggestivo alternarsi di gruppi di piante ottimamente affermate che, addirittura, iniziano già a rinnovarsi naturalmente, soprattutto cedro, pini e tuia. Alcune specie menzionate nei registri di rimboschimento dell’epoca non sono state più ritrovate, come il carpino ed il pino strobo, ma i superstiti, assieme all’abbondante vegetazione autoctona impiantata o spontanea, garantiscono lo stesso un notevole effetto paesaggistico al bosco costituitosi. Ma quel che più interessa è l’aspetto botanico di questo arboreto, in quanto risulta essere uno dei rari esempi, nella nostra regione, dove specie come il pino domestico e quello marittimo, si siano affermate così bene a dispetto delle non ideali condizioni climatiche per le stesse. Bisogna però ricordare che Verrès beneficia di un clima più dolce rispetto ad altre località della regione, soprattutto della media e alta Valle, per cui questo microclima favorevole è stato determinante per l’affermarsi delle specie esotiche.
L’arboreto si situa in uno dei più panoramici angoli di Verrès, difatti è posizionato lungo il fianco sinistro orografico all’imbocco della Val d’Ayas. Il paesaggio visibile da questo sito è straordinariamente vasto e bello: il severo maniero di Verrès, eretto nella seconda metà del 1300 da Ibleto di Challant, appare alla nostra sinistra in tutta la sua imponenza. Inoltre, ai piedi del rimboschimento, esiste uno dei più celebri e vecchi conventi della Valle d’Aosta: il Priorato di Saint-Gilles. Le antiche carte rivelano che fu fondato nel 925 da Adalberto di Ivrea ed ancora oggi possiamo ammirare i suoi edifici, tra i quali la torre dell’Orologio ed il chiostro, nonché alcuni olivi (dichiarati monumentali) riparati a sud dai possenti muri dell’edificio. Gli olivi, intorno al 1850, fornivano sufficiente olio per tutto l’anno alla Confraternita. Il vasto giardino del Priorato è stato oggetto di completo rifacimento e risistemazione a cura della Direzione Forestazione dell’Assessorato regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali.

L’arboreto ha caratteristiche tali che si è ritenuto opportuno valorizzare e rendere fruibile anche questo polmone verde, che interessa un’area di circa 2 ettari, facilmente accessibile dagli abitanti di Verrès e dai turisti. In questo diversificato ambiente troviamo, oltre alle specie autoctone tipiche di questo ambiente xerofilo, quali roverella, corniolo, biancospino, olmo, bagolaro, robinia, ecc., specie più esigenti, quali ciliegio, frassino, castagno, pero selvatico, tiglio, farnia, acero ecc, fino a scoprire delle vere e proprie rarità botaniche spontanee se rapportate a questo tipo di stazione: nespolo, pungitopo, alloro e fusaggine.
Anche la flora erbacea e arbustiva è diversificata e, seppur non si riscontrino degli endemismi, troviamo le tipiche specie degli ambienti molto secchi e caldi: saponarie, silene, semprevivi, sassifraghe, rosa canina, vitalba, erba vescicaria, gigli selvatici ecc. e altre più esigenti, quali la viola, la fra-gola, l’edera ed il sigillo di Salomone.
I lavori di approntamento dell’area sono consistiti in delicate operazioni colturali alla vegetazione presente e nella messa a dimora di altre specie arboree ed arbustive che richiamano le caratteristiche di questo straordinario ambiente (varietà diverse di olivo, carpino, cipresso, bosso, acero, quercia, cedro, lonicera, timo, ginestra, nespolo, ecc). È stata inoltre realizzata una piccola “roccera”, presso l’entrata principale, che racchiude diverse varietà di ginepro, timo, rosmarino e altre essenze mediterranee. In un secondo tempo è stata ripristinata o costruita ex-novo la rete sentieristica e sono stati approntati due accessi all’arboreto, ove sono state posizionate delle pensiline contenenti la cartografia della zona attrezzata. Sono state altresì predisposte 9 piazzole panoramiche dotate di comode panche in legno e cestini per rifiuti.
La variegata vegetazione potrà essere riconosciuta mediante appositi cartelli che ne indicano il nome botanico, oltre a quello francese ed italiano. Sebbene non vi siano zone pericolose nell’arboreto, i passaggi più scoscesi sono protetti da idonea recinzione (un terzo accesso, dotato di sentiero preesistente, risulta essere pericoloso perché insiste proprio sul tornante della S.R. della Val d’Ayas, per cui non viene evidenziato come percorso aperto ai visitatori e l’eventuale transito sullo stesso, sarà da ritenersi a rischio e responsabilità dell’utente).
Gli abitanti di Verrès chiamano questo luogo, in patois “Borna di laou” o, in piemontese “Tampa del luf”, in quanto pare che nella zona, fino alla fine del 1800, ci fosse una tana abitata dal lupo.
Per cui. vista la curiosità dell’informazione, si è deciso di dare questo inquietante nome all’arboreto, sebbene di lupi non ve sia più traccia da circa un secolo, mentre tassi, volpi, cinghiali, caprioli e mustelidi hanno trovato un luogo ideale per ripararsi e riprodursi. Gli equilibri che si instaurano in questi ambienti particolari sono però fragili, per cui si chiede al visitatore il massimo rispetto degli stessi, potendo nel contempo usufruire di un angolo di natura paesaggisticamente e botanicamente di alto valore.