Santuario della Trinità
Sull’estremità sud occidentale del promontorio di Monte Orlando, dove sorgeva la villa del console Planco, venne edificato il monastero Benedettino della Trinità (sec. X-XI). La scelta del luogo, potrebbe essere stata influenzata da una pia tradizione: la triplice fenditura della roccia avvenne alla morte di Cristo. I Benedettini rimasero in loco fino alla fine del ‘700, dopo di che vari ordini religiosi utilizzarono l’isolato luogo di culto. Oggi la struttura del Santuario è gestita dai Padri del Pontificio Istituto Missioni Estere. Il complesso è dotato di una chiesa con diversi altari policromi.
A pala dell’atare maggiore vi è una tela di Sebastiano Conca con il Santo Patrono della città Erasmo d’Antiochia, che benedice l’abitato. Uscendo dalla chiesa, a destra vi è l’accesso alla Grotta del Turco, un antro naturale che, attraverso 275 gradini, porta il turista direttamente sulle acque del Tirreno. A destra della chiesa è presente un lungo corridoio dove corrono le 14 stazioni della Via Crucis dipinte su maioliche da Raimondo Bruno (1849) con versi di Pietro Metastasio e, in fondo, una rappresentazione maiolicata di tutti i momenti della passione di Cristo. Segue la cinquecentesca cappella di San Filippo Neri, dove è la tomba del generale Alessandro Begani, eroico difensore di Gaeta durante l’assedio austriaco e inglese del 1815.
Si prosegue tra le rocce della Montagna Spaccata attraverso una scalinata che raggiunge la cosiddetta “mano del turco”, che secondo una leggenda popolare sarebbe un’impronta nella roccia realizzata da un non credente. A seguire il letto di San Filippo Neri e la Cappella del Crocifisso. Il piccolo edificio a pianta circolare sorge su due massi staccatisi dalla roccia e incastratisi a 30 metri sul livello del mare. Attraverso una scaletta è possibile raggiungere il tetto della cappella da dove è visibile l’intera fenditura che si immerge nell’azzurro delle acque. Oltre a Filippo Neri, nel corso dei secoli sono stati ospitati presso il Santuario Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo, nonché il Papa Pio IX durante la sua permanenza in città.