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Territorio nazionale – Furti in ville, ricettazione e traffico internazionale di beni culturali

1 Dicembre 2015

Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, con l’ausilio dei Comandi Provinciali CC di Roma, Foggia e Bari, hanno eseguito una vasta operazione che ha consentito l’arresto di nove persone tra capi e promotori di un’articolata associazione per delinquere finalizzata all’impossessamento, ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali, provenienti da furti presso Sedi diplomatiche e ville pubbliche o private (tra cui Villa Torlonia, Villa Borghese, Villa Pamphili, Accademia Di Francia) nonché da aree archeologiche del centro Italia. L’indagine ha fatto emergere un vasto traffico internazionale di reperti archeologici, provenienti da furti consumati in alcuni quartieri di Roma e scavi clandestini perpetrati in aree archeologiche di Lazio, Campania e Puglia. La banda era organizzata con alcuni soggetti coordinatori e menti della struttura che pianificavano i colpi da eseguire effettuando sopralluoghi, per poi far materialmente eseguire i furti a elementi di manovalanza, soprattutto straniera. Per tali comunicazioni, gli indagati avevano un codice criptico, con frasi del tipo stasera andiamo a mangiare la pizza per pianificare un furto, salvo poi dire stasera la pizza è troppo dura quando non riuscivano a completare l’effrazione o l’asporto di una statua. I beni rubati venivano immediatamente spediti in auto in Spagna via terra, o via mare sulla tratta Civitavecchia-Barcellona. Talvolta i compratori stranieri venivano in Italia per visionare i reperti rubati e scegliere quali farsi recapitare. Le indagini sono state svolte con attività tecniche ed attività rogatoriali negli U.S.A. e Spagna. A conclusione dell’attività investigativa, venivano deferite all’ A.G. romana 60 indagati per il reato di associazione a delinquere dedita al furto aggravato, alla ricettazione e al traffico internazionale di beni culturali. Le operazioni hanno consentito il recupero di oltre 100 reperti archeologici di diversa natura (elementi architettonici e torsi in marmo, crateri, anfore, olle, lucerne) per un valore complessivo di oltre un milione di euro, foto, schede di memorie e documenti cartacei, il tutto contenente elementi di riscontro alla tesi investigativa. Tra i beni recuperati si evidenziano un busto marmoreo acefalo (II-III sec. d.C.) asportato il 2 settembre 2010 dall’Orto Botanico di Roma ed una statua in marmo raffigurante Venere (II sec. d.C.), asportata il 13 maggio 2010 da Villa delle Sirene di proprietà di un noto attore. Altri due reperti trafugati dall’Orto Botanico di Roma e da altri comuni laziali sono stati reperiti nella disponibilità di un indagato spagnolo. Sono ancora pendenti attività rogatoriali in collaborazione con la polizia spagnola e tedesca.