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Abbazia di Montecassino

L’Abbazia di Montecassino è uno dei luoghi di culto più importanti del Lazio e d’Italia e può essere definita come la culla del monachesimo occidentale.

Venne fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia, su una zona dove in tempi passati sorgeva un’antica torre e un tempio dedicato ad Apollo.

Posto su una collina a 519 metri di altezza, nel corso della sua storia l’Abbazia di Montecassino ha subito numerose vicende fatte di distruzioni, saccheggi, terremoti e successive ricostruzioni. Fu proprio San Benedetto a scegliere questa montagna per costruire un monastero che avrebbe ospitato lui e i monaci che lo seguivano da Subiaco.

Nonostante un paganesimo ancora forte, egli ebbe la forza di trasformare un luogo sperduto e isolato in un monastero cristiano ben strutturato dove ognuno potesse avere la dignità che meritava, attraverso il lavoro e la preghiera. Nel 577, l’Abbazia di Monteccasino cominciò a subire le prime invasioni distruttive come quella da parte dei Longobardi.

I monaci non poterono far altro che abbandonare l’abbazia e cercare rifugio presso la città di Roma, portando con loro le spoglie di San Benedetto. Dal 643 i monaci trovarono ospitalità nella comunità di San Colombano a Bobbio e in seguito nei vari monasteri ed abbazie colombaniane in Italia ed in Europa, avendo così la possibilità di diffondere il messaggio del santo di Norcia e di conseguenza accrescere di molto le comunità benedettine.

Intorno al 717, a causa dell’azione di Petronace di Montecassino, l’abbazia venne distrutta una seconda volta dai Saraceni nel 883. Passarono molti anni prima che, nel 949 l’Abbazia di Montecassino venne ricostruita, grazie al volere di papa Agapito II.

Distrutta da un terremoto nel 1349 e nuovamente ricostruita nel 1366, l’abbazia assunse nel XVII secolo l’aspetto tipico di un monumento barocco napoletano, grazie anche alle decorazioni pittoriche di numerosi artisti. Ma le vicissitudini dell’Abbazia di Montecassino non finisco qui. Durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale, ed esattamente il 18 febbraio del 1944, un potente attacco delle forze alleate rase al suolo l’intera abbazia, credendo che li ci fossero nascoste delle truppe tedesche.

Quasi nulla rimase intatto da quel bombardamento aereo ma come per miracolo solo la statua di San Benedetto uscì indenne, rimanendo in piedi fino alla fine.

Per tutto il medioevo, l’Abbazia di Montecassino fu un fervente centro di cultura grazie alla sapiente maestria dei suoi abati, alle ricche biblioteche, ai suoi archivi, alle scuole miniaturistiche.

Tutto questo nel corso dei secoli hanno permesso che molte opere antiche di pregio e dal grande valore storico venissero create e conservate.

La maggior parte delle decorazioni erano costituite da pitture, oggi in maggior parte perdute e delle cui conosciamo soltanto alcuni soggetti, come le Storie dell’Antico e Nuovo Testamento nell’atrio.

Partendo dal Chiostro posto a uno dei due ingressi dell’abbazia (il secondo si trova sotto la Torre Romana abitata da San Benedetto), si passa attraverso il corridoio degli Ospiti e successivamente prosegue fino alla porta del Chiostro del Bramante.

All’ultimo piano della Torre Romana vi è l’appartamento Papale. Bellissima è la grande statua bronzea del 1952 di Attilio Selva rappresentante la morte di San Benedetto e donata all’abbazia dal Cancelliere Tedesco Adenauer.

Seguendo il porticato si passerà davanti al mosaico del Cristo tra la Madonna e San Martino disegnato da Frate Vignarelli.

Usciti dal Chiostro di ingresso si entra nel Chiostro del Bramante chiamato così proprio perché la struttura originale fu ideata e disegnata dal Bramante nel 1595.

Il chiostro è ampio e misura 30 metri di larghezza e 40 metri di lunghezza inclusa la gradinata. È possibile osservare, nel chiostro, due statue che raffigurano rispettivamente San Benedetto e Santa Scolastica.

Il loggiato che si affaccia sulla Valle del Liri è stato nominato poeticamente Loggia del Paradiso.

Da qui volgendo, lo sguardo verso destra si vede il Cimitero di Guerra Polacco. Il disegno originale risalente al 1513 è attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.

Giungendo al Chiostro dei Benefattori si osservano porticati risalenti al 1666 in cui sono disposte 24 grandi statue di Papi, Santi o Re che nel corso dei secoli hanno donato maggior splendore alla già bellissima Abbazia di Montecassino.

Dopo il disastroso bombardamento tutta la struttura abbaziale venne ricostruita con un lungo ed accurato lavoro di restauro ed è considerata un vero simbolo della ricostruzione del dopoguerra Italiano. Con meticolosa cura vennero riutilizzati in parte i materiali che fu possibile recuperare dai marmi dei pavimenti e le intarsiature dei decori alle pareti. Molti degli affreschi e altre opere d’arte contenute nell’abbazia furono perdute per sempre ma nonostante tutto qualcosa si salvò, oltre alla miracolosa statua di San Benedetto, come ad esempio, il bellissimo coro posto dietro l’altare maggiore insieme al maestoso organo a canne.

La volta che sovrasta il Coro ligneo è stata dipinta da Stefanelli nel 1984 con affreschi in cui viene raffigurato San Benedetto in atto di predicare, di San Paolo e di San Giovanni Battista mentre sulla sinistra, ben riconoscibile dallo stemma dei de’ Medici, la tomba di Piero dei Medici.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate

La cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate è la chiesa abbaziale dell’abbazia di Montecassino e la sede della cattedra dell’abate dell’omonima abbazia territoriale; ha il titolo di basilica minore.

Chiesa di origini antichissime, più volte ricostruita e sede fin dal 1321 dell’abate territoriale, aveva assunto l’aspetto barocco nel corso dell’ultima ricostruzione nel XVIII secolo.

Nel 1944 la basilica, unitamente al resto dell’abbazia, fu completamente rasa al suolo nell’ambito della famosa battaglia di Montecassino. Si decise, terminato il conflitto, di ripristinarla “com’era e dov’era”, sotto la guida dell’ingegnere Giuseppe Breccia Fratadocchi. Gli interni oggi appaiono come si dovevano presentare prima dello sciagurato bombardamento, anche se l’apparato decorativo risulta tuttora incompleto e in fase di completamento.

La cattedrale venne consacrata da papa Paolo VI sabato 24 ottobre 1964, in occasione della festività dell’arcangelo Raffaele. Ha successivamente ricevuto la visita di due pontefici: quella di Giovanni Paolo II il 20 settembre 1980 e quella di Benedetto XVI il 24 maggio 2009.

L’esterno della cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate è caratterizzato dalla facciata, preceduta da un quadriportico.

Il prospetto è a salienti, e segue l’andamento della struttura interna della chiesa, con due volute, terminanti con pinnacoli, che raccordano la parte corrispondente le navate laterali a quella della navata centrale; quest’ultima, nella quale si apre un finestrone rettangolare, termina con un timpano triangolare, il cui frontone è decorato da un bassorilievo con al centro lo stemma abbaziale privo di particolari decorazioni che invece caratterizzano l’interno della chiesa.

L’accesso alla chiesa è costituito da tre portali che danno sul nartece, quest’ultimo, come gli altri tre bracci del quadriportico, coperto con volte a crociera e sorretto da colonne tuscaniche; i battenti bronzei della porta centrale risalgono all’epoca in cui fu abate Desiderio (XI secolo), mentre quelli delle due porte laterali, con scene della vita di San Benedetto e delle distruzioni dell’abbazia di Montecassino, vennero donate dal Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi.

L’interno della cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate presenta una pianta a croce latina.

L’aula si articola in tre navate, con le due laterali più basse e strette di quella centrale, alla quale si raccordano tramite archi a tutto sesto poggianti su colonne tuscaniche intervallate a lesene corinzie; mentre la navata maggiore è coperta con volta a botte lunettata decorata da stucchi, la volta di ciascuna campata delle navatelle è costituita da una cupoletta senza tamburo, né lanterna. Durante il bombardamento sono andati irrimediabilmente perduti gli affreschi di Luca Giordano che decoravano l’aula.

Fra le cappelle che si aprono lungo le navate laterali, di notevole importanza quella del Santissimo Sacramento, lungo la navata di destra, il cui tabernacolo è ancora quello originario del XVIII secolo, opera di Nicola Salvi.

La crociera, interamente occupata dall’area presbiterale, è coperta da una cupola con tamburo e lanterna, con la calotta decorata da affreschi di Pietro Annigoni (1977) raffiguranti la Visione di San Benedetto, la Morte di Santa Scolastica e la Morte di San Benedetto; dello stesso autore è la Gloria di San Benedetto (1979) che occupa l’intera controfacciata.

Il presbiterio è preceduto sul lato anteriore da una scalinata con balaustra; sulla sinistra si trova la cattedra abbaziale, il cui schienale presenta un intarsio marmoreo florale; al centro, invece, vi è l’altare maggiore in marmi policromi, ricostruito utilizzando quasi esclusivamente le parti secentesche di Cosimo Fanzago sopravvissute al bombardamento del 1944. Sulla parte posteriore del manufatto vi è un’apertura all’interno della quale sono custodite le reliquie di San Benedetto e Santa Scolastica, poste sotto la mensa.

La profonda abside rettangolare, lungo la quale vi sono gli stalli lignei del coro disposi su due ordini, è decorata sulla volta e sulle pareti da affreschi di R. Stefanelli  raffiguranti eventi salienti della storia dell’abbazia di Montecassino.

Nell’abside della cattedrale si trova l’organo a canne Mascioni opus 693, costruito in sostituzione del precedente strumento, costruito nel 1696 dal sublacense Cesare Catarinozzi e successivamente ampliato da Quirico Gennari da Ancona nel 1830 e Pietro di Benedetto Saracini da Alvito nel 1880, quindi modificato e riformato da Pacifico Inzoli da Crema nel 1913.

L’organo attuale, venne commissionato nel 1953 e inaugurato nel 1957, su progetto dello stesso Vincenzo Mascioni, diFerruccio Vignanelli (fratello di Padre Francesco, realizzatore materiale della cassa d’organo) e di Padre Luigi De Sario.

Lo strumento è a trasmissione elettrica e si articola in due corpi distinti:

quello principale è situato su un’apposita cantoria posta a ridosso della parete fondale dell’abside, al di sopra degli stalli lignei del coro, racchiuso da una fastosa cassa in stile neobarocco, ricostruita ispirandosi a quella antica, con anomala mostra a cinque campate anziché a tre;

quello corale, nell’abside, con relativa sezione del pedale.

La consolle, mobile indipendente, è situata a pavimento nell’abside, alle spalle dell’altare maggiore, e dispone di cinque tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note, con placchette a bilico per l’azionamento degli annullatori, delle unioni, degli accoppiamenti e dei registri, questi ultimi in totale 82.