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Anagni, la Città dei Papi

Anagni è un comune italiano di 21. 441 abitanti.

È nota come la città dei Papi, per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) e per essere stata a lungo residenza e sede papale.

In particolare il nome di Anagni è legato alle vicende di Papa Bonifacio VIII e all’episodio noto come lo schiaffo di Anagni.

Nel centro medievale, fatto di edifici eleganti ed austeri, di chiese romaniche, di campanili,  logge e di piazze dall’architettura sobria ed essenziale, sono di grande interesse il duecentesco palazzo di Bonifacio VIII, il palazzo civico, la casa Barnekow e le numerose chiese, tra cui spicca la cattedrale, con la splendida cripta i cui affreschi costituiscono uno dei più interessanti cicli pittorici del Duecento italiano.


Suggestiva immagine del centro storico medievale. Al centro la scenografica scalinata che curva dietro le tre absidi della Cattedrale di Anagni –  Foto di Riccardo Cuppini

Oggi Anagni si è affermata come centro commerciale ed è, con oltre 500 aziende, il polo industriale più grande del Lazio meridionale e uno dei più importanti del centro Italia.

Anagni è situata su di un colle nella valle Latina (o valle del Sacco), in Ciociaria. Dista 72  km da Roma centro, 47 km dal G.R.A. e circa 21 km da Frosinone. Il suo vasto territorio varia molto a seconda della zona, si passa dai 119 m s.l.m. presso la frazione di Pantanello ai 993 m s.l.m. del monte Porciano, all’interno della catena montuosa dei monti Ernici.

Anagni, l’antica Anagnia capitale degli Ernici, si erge su di una collina tra i monti Ernici e la Valle del Sacco.

La leggenda la annovera tra le città saturnie, le cinque città della Ciociaria fondate dal dio Saturno (Anagni, Alatri, Arpino, Atina e Ferentino, quest’ultima detta anche Antino).


Un altro scorcio del borgo medioevale di Anagni – Foto di Fabrizio Monti

Sottomessa dai Romani nel 306 a.C., divenne prefettura e poi municipio. Il generale e console romano (69 d.C.) Fabio Valente nacque ad Anagni nel 35 a.C.,membro di una importante famiglia equestre della città; fu amico intimo dell’imperatore Nerone e comandante della Legio I Germanica. Durante l’Anno dei Quattro Imperatori fu comandante delle truppe di Vitellio e vero governante dell’Impero romano. nel 1160, durante le lotte tra papa Alessandro III e Federico Barbarossa, ad Anagni venne pronunciata la scomunica contro l’imperatore e contro l’antipapa Vittore IV.

Fu libero comune e nel XIII secolo cadde sotto la signoria dei Caetani. In questo periodo visse una fase di straordinario splendore, arrivando a contare circa 50.000 abitanti, dando alla Chiesa ben quattro papi e divenendo residenza pontificia, tanto da meritare l’appellativo di “Città dei Papi” (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII). In seguito al ritorno dei papi a Roma la città subì un forte declino e tornò a contare a distanza di pochi anni circa 2700 abitanti, durante questo periodo fu retta da duchi nominati dalla chiesa.

La città fu teatro delle lotte tra i Colonna, il re di Francia Filippo il Bello e papa Bonifacio VIII, che qui venne fatto prigioniero e avvenne il celebre episodio dello “schiaffo di Anagni“. Nel 1798, prese parte ai movimenti giacobini che portarono alla Repubblica Romana.
La Cattedrale di Anagni è dedicata a S. Maria Annunziata. La costruzione risale agli anni 1072-1104, fu voluta dal vescovo Pietro da Salerno. All’esterno si presenta in stile romanico emiliano-lombardo. E’ tra i più insigni e conosciuti monumenti dell’arte medievale italiana. Nella foto la facciata nord della Cattedrale – Foto di Pietro Scerrato

La città fu capoluogo del Dipartimento del Circeo della Repubblica Romana e pertanto dotata di un tribunale di censura. Dopo l’occupazione francese del Lazio e la nascita del Dipartimento di Roma (1805) annesso all’impero napoleonico, Anagni ospitò un contingente di Carabinieri imperiali.

Dal fianco destro della chiesa sporgono un’alta cappella laterale ed una terrazza sostenute da una loggia su arcate.  Al di sopra della terrazza sporge un’edicola contenente la statua di Bonifacio VIII – Foto di PLT

Nel 1848-1849 la città fu protagonista delle vicende della Repubblica Romana essendo stata sede del quartier generale della I Divisione dell’esercito repubblicano (comandata da Giuseppe Garibaldi).

Negli anni sessanta del XX secolo si verificò un boom economico, con il passaggio dell’autostrada si ebbe l’apertura di moltissimi stabilimenti, notevoli sia per le produzioni sia per il numero di occupati, con l’incremento del turismo sia ad Anagni che nella vicina città termale di Fiuggi la zona diventò la più ricca della provincia con la domanda di lavoro che superava l’offerta e con un boom edilizio e demografico senza precedenti.

La Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Tra i più insigni e conosciuti monumenti dell’arte medievale italiana, la Cattedrale di Anagni puo’, da sola, riassumere un intero vissuto della storia che supera il fatto locale. Il più importante monumento di Anagni si colloca, infatti, allo snodo cruciale della secolare lotta tra il papato e il potere imperiale e dei nascenti stati nazionali. Mai come in questo caso, dunque, un unico complesso architettonico diventa non solo teatro di eventi storicamente arcinoti – e non solo – ma simbolo inconfondibile di esiti dal portato universale.

La Cattedrale, con la possente facciata in pietra arenaria, domina il sagrato insieme al poderoso campanile romanico con aperture a monofore, bifore e trifore che svetta a 30 metri di altezza. Nel 1938, in occasione dei lavori di restauro, è stata costruita internamente una torre di ferro per reggere il peso delle cinque campane  – Foto di Luca Bellincioni

Ricordiamo tra gli altri episodi le scomuniche di Federico Barbarossa (1160), Federico II e Manfredi (1254), l’incontro tra i legati delle città della lega lombarda e il pontefice nel 1159, la firma del “Pactum anagninum”- propedeutico al trattato di Venezia – da parte dei messi imperiali qui giunti (1176) a chinare il capo dopo la sconfitta subita a Legnano da parte della lega lombarda, la canonizzazione di Santa Chiara d’Assisi, la composizione della disputa religiosa tra regolari e secolari, la fondazione dell’Universita’ La Sapienza di Roma.

Le tre absidi della Cattedrale  – Foto di  Monica Galentino 

La Cattedrale ha fatto da scenario ad uno degli episodi più tragici della storia anagnina: l’assalto al quartiere Caetani e la cattura del papa Bonifacio VIII da parte delle truppe di Sciarra Colonna e Gugliemo di Nogaret, noto come Lo schiaffo di Anagni, avvenuto nel settembre del 1303. Dopo Bonifacio VIII, in effetti, niente fu più come prima. La vicenda della Chiesa entrò in uno dei suoi momenti più drammatici con la lunga cattività avignonese che ne ridimensionera’ l’autorita’, la consistenza territoriale fino a ridurne notevolmente le ambizioni di egemonia temporale.

Particolari architettonici dei cilindri absidali, scanditi da lesene unite tra loro da coppie di archetti. Sulla dx una trifora del Campanile romanico – Foto di Romanus_too

La possente costruzione, voluta dal vescovo Pietro da Salerno e dedicata a S. Maria Annunziata, iniziata nell’anno 1072 venne portata a termine nel 1104. Basata su pure forme romaniche le si affiancano elementi gotici dal XIII sec.  Si erge sull’acropoli della citta’ dove chi vi arriva dal corso principale impatta con subitaneo, intimo godimento, dapprima nel sinuoso ed aereo abside svettante sulla sobria, caratteristica cordonata, quindi sul poderoso lato meridionale dominato dalla statua di Bonifacio assiso sul trono.
Immagine dell’interno. Il pavimento cosmatesco, databile al 1224-27, è opera di Cosma di Jacopo di Lorenzo e dei suoi due figli Luca e Jacopo  – Foto di Maurizio Ciliegi

La facciata ben piantata esprime forza e semplicità in un muro crudo, sul quale si aprono tre ingressi ad oriente. Accanto all’ingresso di sinistra, dietro una grata, c’è un affresco di Madonna in trono tra S. Caterina della Rota e S. Antonio Abate (sec.XIV). La parte occidentale dell’edificio sacro presenta tre bellissime absidi e una scalinata, che dà un tono solenne all’insieme.

Il campanile, alto 30 m e in stile romanico, presenta monofore, bifore e trifore. Venne restaurato nel 1938 quando all’interno è stato installato un castello di ferro, che sopporta il peso di cinque.

L’edificio sacro è a tre navate costruito dai maestri comacini. Caratteristico il pregevole pavimento a mosaico eseguito nel 1231 dalla celebre famiglia di marmorari romani, i Cosmati (da qui l’aggettivo cosmatesco). La lunetta interna sopra la porta centrale raffigura la Madonna con bambino tra S. Magno e S. Secondina (fine sec. XIII).

L’Altare Maggiore –  Interventi effettuati nel corso del XIII secolo hanno introdotto elementi tipicamente gotici nel presbiterio, sono invece ottocentesche le decorazioni delle absidi –  Foto di Maurizio Ciliegi

Sullo sfondo dell’abside centrale, sopra il panneggio del Cisterna, campeggiano le figure degli Apostoli, ognuno caratterizzato dal proprio attributo, opera del Borgogna (sec. XVII), in alto le figure dei santi venerati ad Anagni, l’Annunciazione e l’Eterno Padre opera dei pittori Pietro e Giovanni Gagliardi.

Nell’abside di sinistra i discepoli di Emmaus e gli angeli adoranti. In quella di destra il matrimonio tra S. Giuseppe e la Vergine ed il Transito di S. Giuseppe.

Particolare dell’Altare maggiore – Foto di Pietro Scerrato

Nell’abside maggiore possiamo ancora ammirare tre pregiate opere del Vassalletto (1267): una bellissima colonna tortile mosaicata per il candelabro del cero pasquale, la cattedra episcopale e il ciborio che copre l’altare, tutte opere volute dal vescovo Landone.

Si affacciano sul vano della chiesa il battistero e le cappelle Lauri, Caetani, Raoli (detta anche cappella di S. Carlo) con il quadro della Madonna della Misericordia opera del Frenguelli donato da Papa Leone XIII. Ai lati due tele dei fratelli Gagliardi.

La splendida colonna tortile cosmatesca per il candelabro del cero pasquale e la cattedra episcopale, entrambe del 1267, a firma del Vassalletto (figlio di Pietro) – Foto di Pietro Scerrato

La Cattedrale di Anagni, oltre ad un solido spessore artistico e ad una genuina attrattiva estetica, connota un’assoluta e notevolissima rilevanza storico-culturaleFu la San Pietro del medio evo.
Sull’altare si trova il ciborio, opera del Vassalletto, di tipo romano con multiple loggette su colonnine sovrapposte  –  Foto di Romanus_too

Pochi sono i resti di pittura medievale superstiti nella basilica, tra questi una Vergine con il Bambino affiancata da san Magno e santa Secondina nella lunetta sopra il portale maggiore (XIV sec.)  – Foto di  Romanus_too

Cosi’ come la prima basilica romana si impose e s’impone come centro della cristianita’, parimenti nel duomo anagnino pulso’ all’epoca il vigoroso fervore che innervo’ tutta la vita religiosa e politica del tempo, essendo stata la prescelta sede ufficiale dei pontefici.

L’Altare, particolare – Foto di Fabrizio Monti

Con i papi Anagni ha sempre avuto dimestichezza, vantando, oltre a Bonifacio VIII, la nascita sul suo suolo di una triade di tutto rispetto.

Interno della Cattedrale, la navata laterale con campana di Bonifacio VIII in primo piano – Foto di Riccardo Cuppini

Uno fu l’importantissimo Innocenzo III, forse tra i maggiori dieci pontefici della storia della chiesa, alle prese con le complesse e travagliate vicende incentrate sui difficili rapporti con l’imperatore. Gli altri due furono Alessandro IV e Gregorio IX.

Particolari del pavimento in stile cosmatesco – Foto di Romanus_too

La Cripta di San Magno

Ma la Cattedrale di Anagni, soprattutto, supera la sua stessa fama se si pensa che, tra le altre numerose gemme che contiene, ve ne è una che è un celebre “unicum” della storia dell’arte, della cultura, della religione e della storia.  E’ la sua cripta, definita la Cappella Sistina del medioevo.

Un ambiente sotterraneo che gelosamente custodisce un portentoso e originale ciclo di affreschi realizzati sulle sue volte e pareti tra il 1104, ultimo anno della costruzione e data di consacrazione del duomo, e il 1250.

La preziosa Cripta di San Magno, definita La Cappella Sistina del Medioevo. Secondo gli studiosi piu’ accreditati, la Cripta è una delle piu’ interessanti e rare cosmogonie presenti nella pittura italiana. Riconoscibili, nelle foto, i tre diversi stili dei tre Maestri che si cimentarono nella decorazione della Cripta  –   Foto di Romanus_too   e Fabrizio Monti

In questo periodo tra le pareti della cripta si cimentarono tre differenti e provetti affrescatori, detti:

primo maestro (tipicamente bizantineggiante per minuzia e attribuzioni appannaggio della scuola orientale),
“secondo maestro (piu’ variabile e vivace dal punto di vista cromatico),
“terzo maestro (assai plastico, abile e innovativo nella “moderna” caratterizzazione dei personaggi).

Tre maestri diversi per impostazione, tratto, impianto coloristico, argomento trattato, e pertanto ben evidenziabili e individuabili nella loro personalissima peculiarita’.

I temi trattati variano su scene enucleate dal vecchio e nuovo testamento (l’apocalisse, la storia dell’arca dell’alleanza) e su vicende relative ai santi locali (la traslazione del corpo del patrono tranese S. Magno, i suoi miracoli, il martirio di Santa Secondina).

Ma cio’ che piu’ colpisce, attrae, seduce ed avvince e’ un argomento di cristallina originalita’, le origini del mondo che rimandano ai quattro elementi platonici acqua-aria-terra-fuoco (ripresi dal timeo) e, del pari, in modo piu’ capillare, alle stagioni dell’anno cui, per conseguente e naturale parallelismo, fanno da contraltare le varie stagioni dell’esistenza umana.

Non casualmente trattasi, secondo gli studiosi piu’ accreditati, di una delle piu’ interessanti e rare cosmogonie presenti non meno nella pittura italiana che in quella mondiale.  (Testo:  http://www.citta-in-arte.it/content/la-cattedrale )

Il Tesoro

Il Tesoro del Duomo di Anagni raccoglie una campionatura particolarmente selezionata di ori, smalti, avori, reliquiari (come il cofanetto di san Thomas Becket), preziosi tessuti (famoso il piviale di Bonifacio VIII, decorato con animali simbolici che rimandano alla sua concezione del papato) e antifonari in pergamena con miniature in oro.

(Particolare dal Piviale di Bonifacio VIII, sciamito rosso ricamato in oro – manifattura cipriota, 2a metà XIII sec. – Anagni, Museo del Tesoro della Cattedrale) –  (clicca sul link per vedere la foto ingrandita)

Essi, per la varietà di tecniche, manifatture, stili e provenienze, testimoniano uno dei momenti più densi e vitali della cultura artistica del duecento. Attigua alla sala del Tesoro è la medievale Cappella del Salvatore con affreschi del XII-XIII secolo. In essa sono conservate pregevoli opere lignee tra le quali spicca una cattedra episcopale del XII secolo, tra le più antiche d’Europa.

Oratorio di San Tommaso Becket

L’Oratorio di S.Thomas Becket è situato accanto alla Cripta. Nel vestibolo, dove prima erano i sepolcri di famiglie illustri della Città, si apre una porta che introduce nell’antico mitreo, di cui si conserva ancora l’ara sacrificale, trasformato più tardi in oratorio cristiano. Particolarmente interessante è il ciclo pittorico che ha lo scopo di catechizzare il popolo attraverso le immagini di episodi biblici: dalla creazione dell’uomo alla nascita di Gesù, fino al Giudizio Universale e al trionfo di Cristo. Di particolare bellezza è l’affresco della parabola delle Vergini stolte sulla parete d’ingresso. Inoltre, è presente un ciclo di storie su Thomas Becket (+1170), tra cui il suo martirio. Lo stesso santo è raffigurato sulla parete di fondo, accanto al Cristo benedicente. Thomas Becket venne canonizzato da Alessandro III nella vicina Segni il 21 febbraio 1173, dunque la realizzazione di queste pitture è da collocarsi dopo quella data.

Lapidario e collezione archeologica

Il Lapidario si trova nei locali adiacenti il chiostro. Esso raccoglie marmi, antiche lastre mosaicate e cosmatesche, lapidi ed iscrizioni romane, frammenti di pietre tombali, stemmi e cippi funerari, testimoni dei tempi passati. Di particolare importanza sono i famosi cippi romani posti dinanzi la cancellata della cordonata, ritrovati ad Anagni in località detta “Terme di Piscina“. Alcuni di questi reperti non appartengono ad Anagni né al suo territorio, ma provenienti da Roma e dalle catacombe romane, furono regalati in passato alla Cattedrale. Importante è anche la collezione archeologica allestita in teche di vetro esposte nel Criptoportico.

Palazzo della Ragione

Il palazzo comunale, costruito dall’architetto bresciano Jacopo da Iseo nel 1163 venuto ad Anagni qualche anno prima per costituire la Lega Lombarda, è formato dalla giustapposizione di due preesistenti edifici collegati tra loro da un imponente portico su cui poggia la grande Sala della Ragione.


Il Palazzo della Ragione, costruito dall’architetto bresciano Jacopo da Iseo nel 1163 – Attualmente è sede del Comune di Anagni      (Foto www.comune.anagni.fr.it)
Arcate su cui poggia la Sala della Ragione del Palazzo omonimo –  Foto di Riccardo Cuppini


                                                       Affresco sotto l’arcata del Palazzo Civico – Foto di Luigi Strano

Il Palazzo papale

Importante dal punto di vista storico ed architettonico è il palazzo detto “di Bonifacio VIII“, nel quale, si narra, il pontefice fu pubblicamente umiliato da Sciarra Colonna durante il duro confronto tra il papa e l’inviato di Filippo il Bello, Guglielmo di Nogaret.

Il duecentesco Palazzo di Bonifacio VIII dove avvenne il famoso episodio dello schiaffo di Anagni, in cui il Pontefice fu pubblicamente umiliato da Sciarra Colonna durante il duro confronto tra il papa e l’inviato di Filippo il Bello, Guglielmo di Nogaret –   (Foto web)
Palazzo Bonifacio VIII, cortile interno – Foto di Emilia Trovini


La lapide che riporta il verso della “Divina Commedia” di Dante  (Purgatorio, Canto XX, vv. 85-90) che fa riferimento allo “schiaffo di Anagni” all’interno del Palazzo di Bonifacio VIII –  Foto di Romanus_too

L’episodio è passato alla storia come lo schiaffo di Anagni, anche se probabilmente si trattò di uno “schiaffo” morale piuttosto che di vere percosse fisiche.
La quattrocentesca Loggetta del Banditore con la statua di Bonifacio VIII, in alto gli stemmi della città di Anagni e quelli della famiglia Orsini e della famiglia Caetani  – Foto di Fabrizio Monti

Sulla facciata nord si possono ammirare la graziosa Loggetta del Banditore e gli stemmi della Città insieme a quelli della famiglia Orsini e della famiglia Caetani (la famiglia di Bonifacio VIII).


La medievale Casa Barnekow, acquistata e ristrutturata dal pittore svedese Albert Barnekow. Si ritiene che la casa possa aver ospitato Dante Alighieri durante una sua permanenza in città –  Foto di 48_marioc 

Casa Barnekow

Molto interessante è Casa Gigli, un palazzo medievale che ricorda quelli di Palermo. Fu comprata e ristrutturata, verso la metà del XIX secolo, dal pittore svedese Albert Barnekow ed è oggi conosciuta come Casa Barnekow. Si ritiene che la casa possa aver ospitato Dante Alighieri durante una sua permanenza in città.


Porta Cerere, una delle cinque porte di ingresso al centro storico – Foto di LPLT

Le porte di ingresso al centro storico: Porta Cerere, Porta S. Maria, Porta S. Francesco, Porta Tufoli, Porta San Nicola.

Anagni detta la città dei papi, fu luogo di soggiorno preferito dai pontefici soprattutto nei secoli XII e XIII e sovente la Cattedrale fu sede di importanti fatti storici come il Pactum Anagninum, il trattato firmato dai legati dell’imperatore Federico Barbarossa con papa Alessandro III dopo la sconfitta di Legnano (1176), l’elezione di papa Innocenzo IV nel 1243 e le canonizzazioni di sant’Edoardo re d’Inghilterra (1161), san Bernardo da Chiaravalle (1174) e santa Chiara d’Assisi (1255).

In essa furono anche comminate le scomuniche all’antipapa Vittore IV e all’imperatore Federico Barbarossa (1160), la seconda scomunica a Federico II (1239) e poi a suo figlio Manfredi (1254)

Oggi Anagni e la sua Cattedrale rimangono un importante polo di attrazione turistica per il Lazio meridionale, soprattutto per la bellezza e la preziosità dei tesori che vi si conservano.

Il Museo della Cattedrale di Anagni (MuCA) apre le sue porte a tutti i visitatori interessati a immergersi in un mondo antico, affascinante e ricco di sorprese. Rimarrete sicuramente colpiti dagli ambienti, dai tessuti e soprattutto dai vastissimi cicli ad affresco ancora oggi visibili nelle due cripte sotterranee.  

Sono due i protagonisti del celebre episodio dello Schiaffo di Anagni: papa Bonifacio VIII e il re di Francia Filippo IV di Valois, detto il Bello.

L’episodio fu cantato da Dante nella sua Divina Commedia, Purgatorio, XX, vv. 85-90.
 “Opera del duomo (FI), arnolfo di cambio, Bonifacio VIII , 1298 circa, 02” di I, Sailko
Bonifacio VIII e lo Schiaffo di Anagni

I motivi che portarono all’episodio dello Schiaffo di Anagni: avendo esigenze di cassa, Filippo il Bello voleva tassare i beni ecclesiastici sul suolo francese; Bonifacio VIII scrisse una serie di bolle, in parte disattese e ignorate, in parte bruciate e falsificate dalla cancelleria francese, fino alla bolla di scomunica Unam Sanctam del 18 novembre 1302, che sarebbe stata affissa sulle porte della cattedrale di Anagni la mattina dell’8 settembre 1303.

Per evitare la scomunica, Filippo inviò in Italia Guglielmo de Nogaret che, grazie all’appoggio incondizionato fornitogli dalla nobile famiglia romana dei Colonna (nemica acerrima dei Caetani, cui apparteneva Bonifacio VIII), arrivò ad Anagni nella notte tra il 6 e il 7 settembre, con un esercito di un migliaio tra fanti e cavalieri capeggiato da Giacomo Colonna, detto Sciarra che in volgare significava “attaccabrighe”. Forte dell’aiuto di una mano traditrice, l’esercito riuscì a penetrare nella città vincendo in breve le poche difese organizzate dalla guardia.

Ben presto Bonifacio si ritrovò solo: secondo la tradizione il papa si sarebbe rifugiato al secondo piano del palazzo della famiglia Caetani, nella Sala degli Scacchi (in seguito chiamata Sala della Schiaffo), assistito solo dal cardinale Nicolò Boccasini. Il primo a irrompere nella sala sarebbe stato proprio Sciarra Colonna, che avrebbe dato il famoso schiaffo a papa Bonifacio VIII.

Non si hanno notizie certe circa lo svolgimento degli eventi, per cui dello schiaffo di Anagni molti storici hanno in passato (e ancora oggi) dubitato. Ma una cosa nessuno ha mai messo in discussionne: l’insulto morale ci fu!

Bonifacio VIII venne liberato dopo qualche giorno dagli abitanti di Anagni e portato sottoscorta a Roma, dove morì poco dopo, l’11 ottobre 1303.
Le sue spoglie vennero sepolte in San Pietro, nella Cappella Caetani costruita da Arnolfo di Cambio.

Oggi di questa cappella non vi è alcuna traccia, perché venne distrutta in occasione della edificazione della nuova Basilica di San Pietro.

Le spoglie del pontefice furono invece sistemate nelle Grotte Vaticane, dove si trovano tuttora, nel sarcofago funerario realizzato da Arnolfo di Cambio.

Testo: Wikipedia
San Pietro in Vineis

La Chiesa di San Pietro in Vineis. Nel XII secolo l’edificio era legato a un monastero appartenente all’ordine delle Clarisse  –  Foto di Emilia Trovini

Ad Anagni, appena fuori le mura urbane della città, sorge l’antica chiesa di San Pietro in Vineis, che deve il suo nome alla presenza di vigneti che circondavano la zona.
Interno della chiesa – Foto di Emilia Trovini

Nel XII secolo l’edificio era legato a un monastero appartenente all’ordine delle Clarisse. Nel tempo il complesso conventuale cadde in rovina e solo nel 1926 l’architetto Alberto Calza Bini ricevette l’incarico di progettare su quella area un Convitto destinato agli orfani degli impiegati Inadel (oggi INPDAP – Convitto “Principe di Piemonte”).

Negli ambienti superstiti dell’antico monastero femminile si conserva un prezioso gruppo di affreschi risalenti al XIII, XIV e XV secolo. Vale la pena riscoprire questo tesoro, recentemente restaurato.


Ciclo pittorico del Matroneo delle Monache. Gli affreschi risalgono al XIII, XIV e XV sec. – A realizzare l’opera fu probabilmente il Terzo Maestro di Anagni che si stava dedicando alla decorazione della Cripta di San Magno   –  Foto di Anagni Bike

Il ciclo pittorico di maggiore importanza è quello che orna il cosiddetto Matroneo delle Monache, un ambiente posto esattamente al di sopra della navata sinistra della chiesa, con la quale comunica solo attraverso alcune piccole feritoie.

L’ambiente fu decorato con un motivo a finti conci ed arcature a tutto sesto. A realizzare l’opera fu probabilmente il cosiddetto Terzo Maestro di Anagni, uno dei pittori che si stavano dedicando alla realizzazione dello splendido ciclo della cripta della cattedrale.

La decorazione affascina per la raffinatezza cromatica.
Affresco “Noli Me Tangere” e “Cristo tra gli Apostoli”  _  Foto di Emilia Trovini

Negli anni successivi, su questa base, rimasta pressoché intatta, venne steso uno strato di intonaco a metà della parete destra. Sul nuovo intonaco venne dipinto un ciclo della Passione, Resurrezione e Seconda Venuta di Cristo.

Il ciclo inizia dalla parete di fondo con l’Ingresso a Gerusalemme, seguito poi dall’Ultima Cena, dalla Lavanda dei Piedi, dalla Cattura, dalla Flagellazione, da Cristo davanti a Pilato, dalla Deposizione nella Tomba, dalla Discesa al Limbo, dal Noli Me Tangere, dalla Missione degli Apostoli; segue il Giudizio, dove appaiono la badessa del monastero e il vescovo.

Affresco raffigurante l’Ultima Cena – Foto di Emilia Trovini

Chiudono questo gruppo narrativo due episodi che non hanno continuità tematica con quanto precede: la Stimmatizzazione di S. Francesco e il gruppo della Santa Aurelia, S. Benedetto e Santa Scolastica, a ricordo del fatto che molto probabilmente il monastero apparteneva ad una comunità di benedettine prima di adottare la regola francescana.

Il ciclo probabilmente discende da un prototipo umbro del periodo fra la fine del XII e il XIII secolo, forse una delle tante croci dipinte su tavola che presentano gli episodi della Passione ai lati del Cristo Crocifisso. Curiosamente, infatti, il ciclo di Anagni omette proprio l’episodio maggiore, la Crocifissione.

Vi consigliamo vivamente di visitare questo luogo.

 Testo:  www.livefiuggi.com

Per approfondimenti:

La storia, l’analisi e le ipotesi relative al pavimento cosmatesco della chiesa di San Pietro in Vineis in Anagni. Nicola Severino, Roccasecca, 2010
Foto di Riccardo Cuppini Luca Bellincioni, Romanus_too, Pietro Scerrato, Fabrizio Monti, Luigi Strano, Maurizio Ciliegi, Gerardo Forti, Emilia Trovini, Anagni Bike,  48_marioc, che si ringraziano per averle concesse in uso alla Provincia di Frosinone.

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