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La Certosa di Trisulti e l’Antica Farmacia

La Certosa di Trisulti è uno dei Monasteri più belli dell’Italia centrale, posta a circa 800 m s.l.m.

Questo posto cosi solitario ed ideale per la preghiera è affidato ai Cistercensi, che ancora oggi danno il benvenuto ai visitatori tra chiostri silenziosi ed antichi laboratori di farmacia ed erboristeria.

È collocata tra boschi di querce, nella cosiddetta Selva d’Ecio, alle falde del monte Rotonaria (Monti Ernici), a 825 m di altitudine e a 6 km a nord-est del centro abitato.

È monumento nazionale dal 1873. Dal dicembre 2014 la sua gestione è curata dal Polo Museale del Lazio.

Ristrutturata nel XVII secolo, stupisce il visitatore per la bellezza della sua chiesa dedicata a S. Bartolomeo e la farmacia, o meglio spezieria, dando la sensazione di essere tornati in dietro nel tempo e poter incontrare, da un momento all’altro, uno dei monaci dall’abito bianco.

Per entrare nella certosa, racchiusa da mura, bisogna varcare il grande portale sormontato da un busto di San Bartolomeo, opera di Jacopo Lo Duca, allievo di Michelangelo Buonarroti. Sopra di esso si apre una caditoia che rievoca lotte di altri tempi.

Una prima abbazia benedettina fu fondata nel 996 da san Domenico di Sora: di essa restano alcuni ruderi a poca distanza dall’odierno complesso.

L’abbazia attuale fu costruita nel 1204 nei pressi della precedente, ma in un sito più accessibile, per volere di papa Innocenzo III dei conti di Segni e fu assegnata ai Certosini. La chiesa abbaziale di San Bartolomeo fu consacrata nel 1211.

Nel piazzale principale si trovano l’antica foresteria romanico-gotica detta “Palazzo di Innocenzo III“, che si caratterizza per il portico e la terrazza e che ospita un’antica biblioteca (36.000 volumi), e la chiesa di San Bartolomeo.

Chiesa di San Bartolomeo

La chiesa è dedicata alla Vergine Assunta, a san Bartolomeo e al fondatore dei certosini san Bruno ed è stata più volte rimaneggiata, cosicché all’originaria struttura gotica si è sovrapposto un impianto decorativo barocco; la facciata è del 1798 ed è stata realizzata dall’architetto Paolo Posi.

L’interno è suddiviso da un’iconostasi in due parti: quella dei conversi e quella dei Padri, conformemente alla tradizione certosina.

Alla base dell’iconostasi trovano posto i resti di due martiri cristiani, in seguito vestiti da cavalieri.

Notevoli i due cori lignei: uno, del 1564, è opera del certosino Mastro Iacobo, mentre l’altro è stato realizzato nel 1688 per opera del certosino frate Stefano.

Nella chiesa sono conservate pregevoli opere pittoriche di Filippo Balbi, tra cui un dipinto sulla strage degli innocenti.

Gli affreschi della volta, raffiguranti una Gloria del Paradiso, sono stati realizzati da Giuseppe Caci nel 1683; di Vincenzo Manenti è la pala d’altare che raffigura una Madonna in trono con il Bambino e i santi Bartolomeo e Bruno, quest’ultimo fondatore dell’ordine certosino.

L’antica farmacia

E’ decorata con realistici trompe-l’œil di ispirazione pompeiana e presenta arredi settecenteschi di Giuseppe Kofler e scaffalature in legno con i vasi in vetro cui venivano conservate le erbe medicamentose e i veleni estratti dai serpenti, le antiche ricette di magici infusi che i monaci realizzano con erbe medicinali ed aromatiche coltivate nei loro giardini.

L’antica farmacia, è costituita da vari ambienti su due livelli.

Segue lo stile pompeiano in voga sul finire del Settecento anche la decorazione della volta a crociera della sala principale, ideata dal Filippo Balbi e affrescata da Giacomo Manco.

Il salotto d’attesa è detto Salottino del Balbi: anch’esso è stato decorato — in maniera molto originale — dal pittore napoletano; il dipinto che ritrae frate Benedetto Ricciardi, all’epoca direttore della farmacia, si distingue per l’elevato realismo e la complessa costruzione prospettica.

 

Indirizzo: Via Trisulti, 8 Collepardo (Fr) Telefono: 0775 47025

Testo: Wikipedia – Escursioni in Ciociaria

Foto di Alberto Bevere, Franco Carnevale, Carlo PascucciTonino BernardelliPasquale Paolino, Marco Secondi,che si ringraziano per averle concesse in uso alla Provincia di Frosinone.
La Provincia non detiene i diritti d’autore delle foto pubblicate. Esse sono e restano di esclusiva proprietà dell’autore.