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Il nome del paese

Fra le tante, importanti, questioni che si vennero a porre con l’Unità d’Italia dal punto di vista politico, amministrativo, economico, territoriale, o sull’uniformità degli ordinamenti legislativi per la costruzione del nuovo Stato unitario, se ne prospettarono anche alcune di un’importanza relativamente secondaria, per la cui risoluzione vennero emesse, dagli organi istituzionali del tempo, delle disposizioni specifiche.

Un esempio è rappresentato dai casi di coincidenza della denominazione di città e paesi che entravano a far parte del nuovo Stato italiano.

Infatti con il passaggio dai vari Stati preunitari al nuovo Regno d’Italia emerse la “necessità di una maggiore determinatezza nei nomi dei comuni, perché le molte omonimie nelle varie province degli antichi Stati erano causa di frequenti disguidi e di altri inconvenienti”.

Come faceva osservare il Prefetto di Terra di Lavoro con la circolare a stampa n. 6645, inviata ai sindaci della provincia il 14 luglio 1862, “l’identità di nome che s’incontra in molti comuni del Regno d’Italia è bene spesso cagione di equivoci ed imbarazzi così per i privati che per le pubbliche amministrazioni”. Per porre rimedio all’inconveniente il ministero dell’Interno sollecitò i Consigli municipali dei centri ricadenti in tale situazione a deliberare “se non di cambiare affatto l’attuale denominazione, farvi almeno qualche aggiunta che desumere si potrebbe dalla speciale situazione topografica secondo che il comune si trova nel monte o nel piano, al mare, o sopra un fiume o un torrente”.

Il Consiglio comunale di San Vittore dell’11 ottobre 1862, ritenendo che il comune potesse venir confuso con altri dalla stessa denominazione, “attesocchè per antica tradizione si ha da che questo comune veniva detto antico Castello del Lazio”, all’unanimità approvò che “al suo nome vi venisse aggiunto il contrassegno del Lazio con chiamarsi cioè S. Vittore del Lazio”. … la scelta degli amministratori di San Vittore sembra precorrere i tempi, apparendo quasi come anticipatrice e premonitrice.
Nell’autunno del 1862 gli amministratori locali dovendo apporre un suffisso d’esclusività al nome San Vittore decisero di aggiungere l’identificativo “del Lazio”, sebbene in quel momento il comune appartenesse alla Campania, con il confine regionale che si trovava a chilometri di distanza, tra Arce e Ceprano, ricalcando quello nazionale tra Regno delle due Sicilie, già di Napoli, e Stato Pontificio.

Una scelta, quella operata da quegli amministratori comunali che faceva riferimento a remoti aspetti storici e per questo coraggiosa in quanto si trattava di caratterizzare San Vittore con un suffisso d’esclusività che non coincideva con l’allora appartenenza geografica (un po’ come San Giuliano di Puglia appartenente però alla provincia di Campobasso e dunque in Molise, oppure, anche se per ragioni diverse, Novi Ligure che capoluogo dell’omonima provincia soppressa nel 1859 ed inserita nel Piemonte, aggregata alla provincia di Alessandria, successivamente si è voluta caratterizzare con un identificativo a rimarcare l’antica appartenenza alla Liguria).

Dunque dal 1862 al 1927 pur facendo parte amministrativamente della Campania il comune si identificava come “San Vittore del Lazio”.

All’indomani dell’Unità d’Italia nessuno poteva immaginare che la riforma territoriale-amministrativa voluta da Mussolini nel 1927 portasse alla costruzione a tavolino di una regione Lazio ampliata rispetto a quella precedente e non più coincidente con un’unica provincia, quella di Roma.
Quell’ampio movimento di ridefinizione portò alla contemporanea costituzione di ben tre nuove province nel Lazio (Rieti, Viterbo e Frosinone, cui si aggiunse, nel 1934, quella di Littoria-Latina), con l’allargamento dei suoi confini e l’inglobamento di aree umbre e poi abruzzesi e campane.
Sul versante meridionale i termini regionali vennero spostati più a sud, fissati sull’asse foce del Garigliano-San Vittore, con quest’ultimo comune che solo da quel momento è divenuto un centro, l’ultimo, della regione Lazio.

Estratto da un Editoriale di Gaetano De Angelis Curtis
– STUDI CASSINATI Anno VIII, n. 2, Aprile – Giugno 2008 – Bollettino trimestrale di studi storici del Lazio meridionale edito da C.D.S.C. onlus Centro Documentazione e Studi Cassinati