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Termovalorizzatore di San Vittore del Lazio. Acea Ambiente propone una IV linea. Permane il parere negativo del Comune di Cervaro al suo ampliamento condiviso anche dagli altri enti territoriali

26 Ottobre 2021

Questa mattina si è svolta la Conferenza di Servizi indetta dalla Regione Lazio relativa al procedimento per il progetto di Adeguamento impiantistico e sistemazione ambientale del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio con la realizzazione di una quarta linea proposto dalla Società Acea Ambiente.

L’Amministrazione Comunale di Cervaro – rappresentata al tavolo della Conferenza dal Sindaco Ennio Marrocco, dall’Assessore all’Ambiente Yuri D’Aguanno, dal Presidente della Consulta Ambiente Avv. Stefano D’Auria (rappresentante anche del Comune di  San Pietro Infine) e dal Responsabile Area Ambiente Ing. Angelo Conte – ha ribadito la ferma opposizione all’ampliamento dell’impianto di smaltimento rifiuti ubicato nel territorio del cassinate rendendo noti i punti che rafforzano la scelta di negare il consenso all’ampliamento del termovalorizzatore.

 

Diversi i motivi del dissenso:

  1. L’identificazione dell’area vasta non è conforme alle norme vigenti, ed é incoerente con le previsioni di impatto redatte dallo stesso proponente;
  2. deve essere considerata un’area di raggio di almeno 20 km dalla localizzazione dell’insediamento.
  3. Non sono state presentate alternative tecnologiche rispetto al trattamento richiesto dalla pianificazione provinciale e regionale, sia che si tratti di sistemi termici che di sistemi “a freddo”, a maggior ragione rilevando dai dati in essere l’impatto considerevole che la sezione esistente svolge già ora sul totale delle emissioni;
  4. L’analisi di impatto sanitario del progetto, con calcolo di valori di rischio non irrilevanti, è condotta con la metodologia dell’analisi di rischio solamente su alcuni metalli pesanti, quando invece le ricadute in termini di mortalità e morbilità (derivanti dagli NOx e dai PM) sono riconosciute essere fattore primario di impatto sulla salute umana degli impianti di combustione attraverso le vie aeree (inalazione). A tale proposito nessuna istituzione pubblica ha finora effettuato una rilevazione sistematica della qualità dell’aria e della presenza di inquinanti dovuti alle emissioni dell’inceneritore di San Vittore del Lazio;
  5. Assenza della verifica all’ottemperanza delle prescrizioni. L’amministrazione comunale ha richiesto alla Regione Lazio la valutazione e verifica di ottemperanza del Piano di monitoraggio degli inquinanti persistenti presentato da Acea Ambiente srl, nonché della Valutazione epidemiologica, ai fini verifica del rispetto delle suddette prescrizioni.
  6. Non è previsto un sistema di controllo e intervento diretto in camera di combustione per prevenzione di anomalie e regolazione ottimale;
  7. Non è nota la qualità dei rifiuti in ingresso, la variabilità delle caratteristiche e le forme di controllo sul contenuto di pericolosi, riciclabili, al fine di prevenirne l’ingresso, lo scarico e la combustione;
  8. L’efficienza energetica dichiarata non è corretta, non tenendo conto degli autoconsumi, l’impianto non è qualificabile come “recupero energetico” bensì come “smaltimento”.
  9. Non è previsto un campionamento in continuo delle diossine, seppure già prescritto in AIA per l’impianto esistente;
  10. L’ampliamento confligge con ambiti agricoli di salvaguardia dei vincoli paesistici, corridoi ecologici, zone di potenziamento ecologico, con il Piano dei rifiuti provinciale ove si prevede come criterio generale di localizzazione di nuovi impianti la “distribuzione territoriale dei carichi ambientali”, con collocazione nelle aree deficitarie di tali infrastrutture;
  11. Non si è stimato l’impatto ambientale del traffico indotto dall’impianto;
  12. La tecnologia proposta di trattamento delle scorie a scopo di recupero non è sufficientemente motivata, rispetto alle alternative esistenti; manca un bilancio di materia completo; si rilevano incoerenze tra schema di smaltimento acque dell’impianto nel suo complesso e bilancio idrico della sezione di trattamento scorie.
  13. La stima dei costi per la salute umana e su scala locale e regionale, unitamente ai mancati costi di compensazione ambientali, impongono una seria riflessione sulla sostenibilità sociale ed economica di questo intervento, collocato in una delle aree più inquinate del sud della Regione Lazio.

 

A questi punti di dissenso vanno aggiunti anche quelli condivisi dai rappresentanti degli altri enti territoriali:

  • la realizzazione della IV all’impianto di termocombustione di San Vittore del Lazio (FR) si baserebbe sul Dpcm 10 agosto 2016 e che questo è palesemente illegittimo perché non previamente sottoposto ad una Valutazione Ambientale Strategica come stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ( Sent. 8 maggio 2019, causa C-305/2018);
  • già nel 2012, in un periodo in cui l’impianto de quo era notevolmente più piccolo di quello attuale (composto da “sole” 3 Linee), le conseguenze della sua attività sulla popolazione residente nelle zone ad alta esposizione sono state considerevolmente preoccupanti: un eccesso di ospedalizzazioni per malattie dell’apparato respiratorio (+26%) e per malattie polmonari cronico ostruttive (+86%), un aumento dei ricoveri per cause naturali e malattie dell’apparato respiratorio per i bambini (0-14 anni) a causa dell’elevata concentrazione di PM10, ecc. ( Studio Eras Arpa Lazio 2013);
  • gli iter autorizzativi che hanno condotto al rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (gennaio 2016) e alla concessione della Valutazione d’Impatto Ambientale (maggio 2017) che ha permesso la combustione di ben 100.000 tonnellate in più all’anno di CDR/CSS sono affetti da numerose e gravi illegittimità per le quali pende giudizio avanti il Consiglio di Stato (G. 201904206 – Sez. IV);
  • l’impianto attualmente è poco “sostenibile” – in palese violazione della normativa europea – in quanto circa l’80% dell’energia che sviluppa non viene utilizzata bensì va persa: esso non fornisce energia a nessuna utenza di privati, né a ospedali o altri istituti pubblici (scuole, università, ecc.) che risiedono della zona (ad esempio, il termovalorizzatore di Brescia fornisce energia a 70.000 utenze, all’ospedale e all’università del luogo). Le utenze del luogo sono costrette a ricorrere ad altre fonti di energia (pellet, legna, GPL, ecc.) per riscaldarsi/raffreddarsi e avere corrente con conseguente e ulteriore inquinamento della zona (c.d. “doppio inquinamento”);
  • la maggior parte dei rifiuti che vengono “inceneriti” all’impianto di San Vittore del Lazio proviene dalla provincia di Roma in palese violazione dell’importantissimo principio U.E. di “autosufficienza e prossimità” che richiede la combustione del rifiuto lì dove viene prodotto al fine di evitare trasporti su strada notevolmente inquinanti (c.d. “triplo inquinamento”);
  • l’Unione Europea – in considerazione dei danni e dei pericoli per l’ambiente (con particolare riferimento al c.d. climate change) – sostiene il superamento della termovalorizzazione al punto da stabilire che entro il 2030 gli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani saranno posti in decommission, cioè non se ne potranno più costruire mentre quelli esistenti dovranno pianificare la loro durata residua;
  • anche il ns Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha di recente affermato che non c’è bisogno di nuovi termovalorizzatori (quello di San Vittore del Lazio, per di più, tenuto conto del notevole spreco di energia prodotta, è sostanzialmente un termocombustore e non un termovalorizzatore) mentre è fondamentale raggiungere l’obiettivo previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, racchiuso nella formula 65-10-25, vale a dire 65% di raccolta differenziata, 10% di smaltimento in discarica e 25% di umido da recuperare come fertilizzante compost.

 

 

Nella seduta tenuta stamattina anche gli altri comuni limitrofi – Cassino, Rocca D’Evandro, San Pietro Infine, Mignano Monte Lungo – oltre al comune stesso di San Vittore del Lazio e alla Provincia di Frosinone hanno espresso parere non favorevole alla costruzione della IV Linea all’impianto di termocombustione di San Vittore del Lazio.

 

Il  Sindaco di Cervaro Dr. Ennio Marrocco ha chiesto al Presidente della Regione Lazio Zingaretti di indire urgentemente un incontro – auspicando la presenza dei rappresentanti dei comuni su indicati – al fine di pervenire ad una soluzione sul punto che si riveli più rispettosa possibile per l’ambiente e per la salute dei cittadini che vivono nelle vicinanze dell’impianto de quo.