L’organo della Chiesa di San Vittore
“La melodia del passato rivive per Roisan”, miglior titolo non poteva esser dato al progetto co-finanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo Rurale, dalla CEI, dal Comune e dalla Parrocchia di Roisan, e che aveva come obbiettivo finale il restauro dello strumento più nobile, ossia l’organo della Chiesa di San Vittore.
Lo strumento posto sulla tribuna d’ingresso della chiesa è stato costruito da Giovanni Battista Franzetti e Ferdinando Arioli di Gemonio (VA) nel 1831 (datazione che ci viene data dall’anta di chiusura del somiere “MDCCCXXXI”).
Durante la Visita pastorale effettuata da Monsignor Jourdain nel 1833 si rileva quanto segue: “Nous y avons remaqué une assez jolie tribune et surtout un orgue fait en 1821: c’est un monument incontestable du zéle de Mr. Le Curé et de la piété des habitants.”
La data prima datazione dello strumento, 1821, risulta essere un errore di trascrizione, in quanto nel Bilancio 1831 si conferma il pagamento al “menusier Champvillair pour dix journée, bois, gypse, à l’occasion de la construction de l’orgue”.
Negli anni seguenti si registrano ulteriori spese a favore dello strumento.
L’organaro Giovanni Franzetti, presumibilmente per la concezione dello strumento utilizzò materiale già presente nel suo magazzino come si evince dalle scritte sulla prima canna di facciata fluta “piccolo organo” e sulla catenacciatura dei registri.
Nel 1913 fu eseguito un pesante intervento da Dal Molin e Cordone che ne ha alterato la fisionomia fonica.
Con il progetto di cui sopra l’organo viene riportato alla concezione originale, l’incarico di restauro è stato affidato, per la parte musicale, alla Ditta Marzi Italo Snc di Pogno (No) specializzata in restauri filologici, mentre per la parte lignea l’incarico è stato dato alla restauratrice Novella Cuaz.
Nello specifico sono state ricostruite la tastiera con 50 tasti e la pedaliera a leggio con 20 pedali, ripristinando la forma originale, concepita come “Organo in sesta”, ossia con l’ottava corta; uno dei pochi organi in Valle d’Aosta, rimasti con tale tipologia.
Sono stati ripristinati come in originale i registri ad ancia come il Fagotto nei bassi e l’Oboe soprani e tre le di Cornetti nei soprani (XII – XV – XVII) .
In realtà questi registri previsti dal Franzetti ed Arioli e successivamente sostituiti dal pesante intervento di Dal Molin con una Voce flebile ed una Viola gamba Bassi e Soprani da 8’ sono stati ricostruiti.
Inoltre appurata la presenza della Viola 4’ nei bassi, come da iscrizione sul somiere, è stata reinserita utilizzando le canne presenti e ricostruendone alcune.
Il crivello è stato consolidato e reintegrato delle parti mancanti per consentirne il mantenimento della perpendicolarità dell’apparato fonico.
L’apparato fonico delle canne risulta abbastanza omogeneo; è stato ripulito, rimesso in forma e poi ordinato secondo la segnatura del Franzetti.
Le canne in facciata sono state ripulite facendo così risplendere il colore dello stagno e le canne lignee sono state pulite consolidando i fili angolari.
La parte di catenacciatura, della meccanica e di tutte le parti trasmissive sono state disossidate dalla ruggine applicando poi uno strato di gommalacca per una perfetta conservazione.
La manticeria e i somieri sono stati restaurati e disinfestati dai tarli.
Sono state sostituite tutte le parti in pelle ed anche i li passanti in ottone.
Le guarnizioni in pelle sono state ricostruite su campione delle originali. È stato sostituito l’elettroventilatore collocato nel 1941, con un’elettroventola silenziata completa di regolatore di pressione a tendina.
Il tutto dopo un attento studio è stato posizionato nel basamento della cassa sulla cantoria senza interferire col funzionamento di pompaggio manuale alla cassa lignea che ricopre e protegge lo strumento.
Per quanto riguarda la parte lignea durante il restauro sono state individuate quattro fasi cromatiche e si è deciso di recuperare la policromia più antica solo sul fronte.
La decisione di rimuovere tutti gli strati soprammessi è stata presa anche in virtù del fatto che la parte musicale sarebbe stata riportata alle dimensioni originarie. Sono inoltre state rifatte le cornici di coronamento.
Il legno impiegato è l’abete bianco. Il recupero della cromia antica azzurra e bianca e delle dimensioni originarie ha permesso di ripristinare una cassa d’organo semplice e leggera, con una cromia “povera” ma decisamente dignitosa.
DATI TECNICI
Lo strumento dopo il restauro, consta di 582 canne con questa disposizione fonica di 14 registri:
- Principale 8’ Bassi
- Principale 8’ Soprani
- Ottava 4’ Bassi
- Ottava 4’ Soprani
- Decima Quinta
- Due le di Ripieno
- Due le di Ripieno
- Cornetto a Tre voci
- Fagotto Bassi
- Oboe Soprani
- Fluta
- Viola Bassi
- Voce Umana
- Bassi al Pedale (pomello)
- Pressione: mm 47 in H2 O
- Corista: 438.8 a 16° C
- Temperamento: Vallotti – Barca
Si ringrazia la CEI Conferenza episcopale, la Parrocchia di San Vittore gli esperti Paolo Bougeat, Maurizio Isabella e Andrea Vignon per la collaborazione prestata nella realizzazione e promozione dell’opera di restauro.
L’accesso al pubblico è consentito nei giorni di apertura della chiesa di San Vittore
lun-dom dalle 9:00 alle 12.00 e dalle 14:00 alle 19:00.