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Cappella di San Bernardino

Quello che viene definito: “il complesso conventuale di San Bernardino da Siena” affaccia sulla piazza Lauretana in Toffia. Un tempo la piazza costituiva l’accesso al “castrum Tophiae”, posto nella parte alta del borgo attuale (detta oggi Montecavallo e Castel di dentro). Il complesso è costituito da una cappella di forma semplice, a pianta rettangolare e da una serie di ambienti di servizio a supporto delle attività della confraternita “compagnia di San Lorenzo martire” alla quale appartenevano tutti i capo famiglia del borgo.

La compagnia era dedita ad una delle prime attività di mutuo sostegno attraverso la gestione in “fida” di mucche in pascolo sul “Monte Sportella” (l’attuale Monte degli Elci), che si trova di fronte alla piazza. La chiesa, dedicata a San Bernardino da Siena, rivela la cospicua presenza francescana nel borgo così come è riassumibile nel complesso francescano di S. Alessandro (posto fuori del borgo) e nell’oratorio delle SS. Stimmate in Castel di dentro (dove c’è un bellissimo dipinto di Vincenzo Manenti raffigurante San Francesco con un Madonna e altre figure).

Nel complesso aveva sede la “Compagnia del Gonfalone” (da elenco del 1932 delle Confraternita) nota per un evento annuale nel quale gli aderenti indossavano tutti un saio bianco. Si ipotizza che il santo abbia soggiornato qui, nel convento di S. Alessandro quando si recò da Roma a l’Aquila nel 1430. In memoria di questa suo passaggio venne realizzata l’attuale chiesa con impianto semplice, improntato all’essenzialità francescana (vedi il campanile realizzato con un’unica parete muraria posta sul tetto). Nella cappella, sulla parete laterale interna destra è oggi visibile un affresco di epoca tardo medievale.

Si tratta di un insieme articolato di raffigurazioni. Partendo da sinistra verso destra troviamo: un’annunciazione dell’angelo ai pastori, una rappresentazione di natività con Madonna. La terza: un immagine di persona illustre incorniciata da ornamenti simili a quelli ad uso miniatura. Proseguendo troviamo altri soggetti che solo in parte sono visibili. Il tutto è strutturato con elementi geometrici e architettonici all’interno dei quali sono poste figure variamente rappresentate (potrebbero essere quelle di S. Bernardino e S. Sebastiano).

Non è noto l’autore di questo affresco ma da ricerche e documenti di studio sul complesso l’insigne parere del Prof. Verani ne attribuisce la fattura al pittore Jacopo nato a Roccantica intorno al 1410.

Jacopo da Roccantica era un allievo del pittore Coleberti. Di nome Pietro, il Coleberti, compare con il proprio nome in un’iscrizione relativa al ciclo di affreschi eseguiti nella chiesa di S. Caterina a Roccantica (Rieti) nella quale sono inoltre indicati il luogo di provenienza dell’artista, Piperno (l’attuale Priverno in prov. di Latina), la data di compimento dell’opera, il giugno del 1430, ed il nome del committente, Armelleo di Esculo de’ Bastoni, nominato castellano e governatore di Roccantica dal Papa Martino V il 17 luglio 1427.

Iacopo da Roccantica eseguì la Natività, la Madonna in trono con angeli e S. Giovanni Battista e un frammentario Giudizio universale nella chiesa di S. Pietro.