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Palazzo Radice

Opera di Michele Manlio di Bitonto (Bari) venuto ad Acerra nel 1790 in qualità di architetto o capomastro per la realizzazione dell’attuale facciata del Duomo.

Nel progetto originario, che risale alla fine del sec. XVIII, il palazzo esprime a pieno le forme neoclassiche (simmetria, proporzionalità e regolarità nelle geometrie).

Alla fine del XIX secolo l’edificio ha subito un ampliamento nella parte posteriore con l’aggiunta di una nuova corte che ne interrompe la regolarità sbilanciandone il disegno in pianta.

Nel 1900 fu trasformato per realizzare un allevamento di bachi da seta; infatti, il terrazzo fu coperto con capriate in legno, furono realizzate due camere per gli operai e furono aggiunti due corpi (sul prospetto principale al piano terra e sul laterale destro al piano terra e al I piano) per rinforzare la muratura sollecitata dai nuovi carichi.

In seguito all’incendio che, nel periodo della II guerra mondiale, distrusse la struttura lignea del tetto, fu rifatta la copertura ad una quota più bassa.

Negli anni ’50 furono realizzati due piccoli appartamenti al II piano.

In seguito al sisma del 1980 il palazzo ha subito una serie di cattivi interventi quali : la sostituzione di alcuni architravi eliminando parti delle modanature che incorniciano le aperture, e l’eliminazione dei capitelli che sormontavano le colonne del cortile principale.