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Il Sacro Seminario

Lungo il tracciato romano del Decumano Maggiore, nel tratto dell’attuale via Roma, vi è il Sacro Seminario fondato nel XVII secolo.

Questo edificio appartiene ad un più ampio complesso di beni ecclesiastici, in cui sono compresi l’Episcopio, il Duomo ed un ampio orto.

L’istituzione di questo seminario fu possibile per l’intervento efficace del Vescovo Barnabita Mansueto Merati che, in occasione della Bolla speciale del Pontefice Innocenzo X fece costruire, nel 1652, la scuola per l’educazione dei giovani destinati alla attività ecclesiastica. Detta Bolla imponeva la soppressione di tutti i piccoli conventi esistenti in Italia.

Abolito il piccolo convento acerrano di S. Agostino, si destinarono tutte le rendite, il locale e quanto apparteneva ad esso, alla nuova fondazione.

Annessa alla Grancia Agostiniana vi era la Chiesetta di S. Agostino le cui dimensioni, col passare del tempo, furono di molto ridotte finché, a fine ‘800, divenuta ormai piccola cappella e perse anche le sue funzioni religiose, fu demolita.

L’attuale edificio, da diversi anni, ha ospitato scuole statali.

Questo luogo Pio, vanta una semplice struttura architettonica, che più volte è stata oggetto di restauro.

Le parti più ricche di storia sono i due corpi opposti: la facciata principale e l’ala a sud di essa che, probabilmente, risale a molto prima della fondazione del Sacro Seminario (1652), quando vi era ancora il piccolo Convento agostiniano.

Questo era composto da quattro camere coperte da volte a vela, impostate su campate rettangolari, ancora oggi visibili. I suddetti ambienti sono preceduti da un porticato con volte a vela e con archi a sesto ribassato; questi si impostano su semplici modanature, conferendo una maggiore espressività alla struttura architettonica. La facciata principale, rivolta a nord, invece una forma notevolmente diversa da quella attuale. Probabilmente, era allineata sul limite della strada, e quindi, si trovava sullo stesso piano degli edifici adiacenti.

Sul primo arco di prospetto, all’entrata, vi era un’epigrafe del Canonico e Rettore D. Raffaele Manna oggi scomparsa), mentre, al di sopra del piano superiore, si trovava l’orologio pubblico di fine ‘700.

Annessa alla portineria d’ingresso, nello stesso corpo dell’ala nord, a destra, vi era la Chiesetta di S. Agostino, all’interno della quale erano un altare maggiore, dedicato ai Santi Agostino e Monaca, e quattro altari secondari.

Questa Chiesetta, nell’800, fu ridotta ad una piccola cappella di forma circolare con un unico altare ed, in seguito, fu distrutta in occasione del rifacimento dell’intera facciata. Infatti, il prospetto che si presenta a noi oggi, è del II dopoguerra (allo stesso periodo risale l’ala sinistra),quando il corpo centrale fu spostato verso l’interno. Richiamano l’attenzione, il portale abbastanza semplice, con l’epigrafe : “Seminarium Acerranum”, e l’orologio incorniciato fra due volute. Caratteristica dell’edificio è il chiostro di forma rettangolare, pavimentato nel ‘900, circondato da un doppio portico con balaustra al piano superiore.

Quest’ultimo è collegato con una scala con mezza volta a botte e lunette. Raffigurazioni sacre hanno sempre accompagnato le istituzioni ecclesiastiche.

Affreschi o quadri degni di grande gloria, non sono stati mai presenti. In passato, nel dormitorio si vedeva una tela dell’Assunta, circondata da un coro di Angeli della scuola del Vaccaro e un’altra della Natività, della scuola del Solimena. Più ricca fu, invece, la Chiesetta di S. Agostino nella quale vi era una tela con la Pietà opera del Solimena, un’altra, della stessa scuola, raffigurante l’incoronazione di Maria nei cieli e una rappresentante la Pentecoste. Oggi, di queste opere descritte da G. Caporale, non si ha alcuna traccia.